Benvenuto nel Forum
Accedi o Registrati per poter inserire domande o rispondere agli amici della Comunity.
Per qualsiasi problema scrivi a: inforestauro@virgilio.it
All'indirizzo qui di seguito vi è un articolo che giudico molto interessante sul problema dei composti volatili presenti nelle vernici e sulla assenza di una normativa che non prevede una distinzione tra COV nocivi e non.
Mi piacerebbe un Vs commento, in particolare del nostro esperto.
http://www.alternativasostenibile.it/articolo/nuova_normativa_su_pitture_e_vernici-2101.html
Suppongo che l’esperto sia io, laddove per esperto si sottintende rompiballe! In linea di massima sono d’accordo col contenuto dell’articolo. Certe leggi sono dettate dall’incompetenza, altre da interessi economici. Questa legge appartiene alla seconda categoria. Sono convinto che si tratti di una legge voluta da certa industria per sostituire certi prodotti non più redditizi con altri formulati che, essendo ancora in mano a pochi, risultano più remunerativi. Non a caso vengono penalizzati anche solventi poco dannosi, sebbene si debba rilevare che l’osservatore attento ha tutti gli strumenti per dedurre le varie pericolosità ed operare scelte consapevoli. Mi pare anche che l’articolo, nell’ultima parte, metta in risalto quanto già affermato da BLO, la pericolosità subdolamente (mi parrebbe più appropriato il termine criminalmente) nascosta delle vernici in base acqua.
Vorrei aggiungere qualcosa sull’inquinamento indoor o sindrome dell’edificio malato: a ciò non contribuiscono soltanto i solventi, ma anche i biocidi contenuti abbondantemente nelle vernici, soprattutto nelle pitture da parete, ma anche nei legni moderni e relative vernici. Tali biocidi, tutti più o meno cancerogeni, vengono rilasciati nell’ambiente per anni. Ma sino a che non si svilupperà una coscienza del singolo sarà difficile che le allodole dell’industria smettano di cantare ed incantare. Un esempio eclatante nel campo del restauro è dato dalla disinfestazione. Spesso viene addirittura fatta in modo preventivo: in uno degli ultimi post abbiamo assistito ad una disinfestazione (che non serve a nulla) fatta su un tavolo destinato ad una cucina (posto ideale per piazzarvi un distributore di biocidi!), ed alle lodi di qualcuno che si reputa amante dell’ecologia!!!
Se si fa un giro in rete è facile trovare parecchi siti di restauro ove si inneggia alla disinfestazione sistematica e preventiva fatta in modo dilettantesco ed inutile, tacendo che in tal modo si inquina l’ambiente e si intossica l’umano.
Pierpaolo aspettavo una tua risposta per intervenire in merito, Alessandro mi fa piacere questo tuo interesse e l'interessante articolo riportato da te che conferma quello che disperatamente cerco di dire da un mese stranamente io vengo attaccata ad oltranza, tu riesci a farti ascoltare dal nostro caro Pierpaolo molto di più, può darsi che io lo metta a disagio, tu sei più abile nel soddisfare la vanità di alcuni protagonisti di questo forum, che molto spesso continuano a sostenere l'insostenibile, questo si riallaccia al post sui vari solventi trattato in precedenza, giocato su un equivoco in termini tra acquaragia derivante dal petrolio ( basta annusarla a un forte odore di benzina) e l'essenza di trementina e il limonene indubbiamente da preferire per le ragioni citate nell'articolo, aggiungo al presente articolo ciò che afferma l'ISPRA.
Condivido al cento per cento l'articolo è quello che metto in pratica nel mio lavoro utilizzando resine naturali e alcol e nella maggior parte dei casi prodotti preparati da me, in questo forum molto demonizzati....le vernici all'acqua sono da preferire a quelle a solvente, anche la Durga ne sta producendo una linea, il problema è la scarsa diffusione di queste vernici alternative a quelle a solvente per evidenti interessi economici, io non mi stanco di ripetere di ragionare con la propria testa e non farsi fregare 🙂
Non è possibile non capire ciò che si legge a questi livelli!
“Invece si possono fregiare delle diciture "esenti da COV" vernici o pitture all'acqua formulate con resine petrolchimiche prodotte tramite polimerizzazione di monomeri cancerogeni, suscettibili di sviluppare diossina e altre sostanze pericolose in caso di incendio o di smaltimento in inceneritore".
Queste sono le ultime righe dell’articolo postato da Alessandro. Per un normale lettore non dovrebbero esserci motivi di fraintendimento: LE VERNICI IN BASE ACQUA SONO PRODOTTE CON MONOMERI CANCEROGENI, SUSCETTIBILI DI SVILUPPARE DIOSSINA ED ALTRE SOSTANZE PERICOLOSE IN CASO DI INCENDIO O DI SMALTIMENTO IN INCENERITORE.
E non c’entra niente se tu non possiedi un inceneritore!
Poi non capisco, a proposito del tuo post, l'argomento pesticidi: gli antitarlo che usi e che ami tanto sono pesticidi!
Ppm nell'articolo citato da Cassiope si riporta:"Sono disponibili, inoltre, vernici naturali che non contengono derivati petrolchimici ma possono contenere VOC naturali, comunque tossici, quali l’L-limonene, la trementina, la resina del pino".
Che vuol dire comunque tossici?
Devi tornare all’articolo che hai postato tu, ove si dice::
“Ad esempio il d-limonene ha un tempo di dimezzamento di circa 36 minuti, l'alfa-pinene di 16 secondi, l'acetone 60 giorni, il toluene 1,9 anni, i cloro-fluoro carburi (CFC) da 5 a 4500 anni. Sarebbe dunque il caso di privilegiare il limonene e altri COV a breve persistenza (terpeni, pinene). In questo modo si porterebbe a zero le emissioni dannose senza necessariamente ridurre le quantità di solvente nelle formulazioni.”
Vi sono diluenti poco dannosi. Del limonene si sa che ha un tempo di decadimento molto breve; può provocare allergie ed è dannoso per la fauna ittica, ma lo smaltimento non crea problemi, dato il modesto tempo di decadimento. Per l’essenza di trementina va ancora meglio (anche se risulta essere leggermente cancerogena). Si tratta di diluenti la cui tossicità ed impatto ambientale sono minimi e sostenibili.
Pierpaolo mi è difficile capire il tuo atteggiamento sembri una persona che vive in un mondo tutto suo, anche le cose più evidenti ti creano stranamente un irritazione che non capisco, le vernici all'acqua non sono tutte uguali la Durga produce vernici che hanno come solvente l'acqua fatte con resine naturali, poi c'è l'altra faccia della medaglia ci sono aziende che utilizzano resine acriliche a base di poliuretano nessuno nega questo ma tu fai di tutta l'erba un fascio e riduci una discussione molto interessante impostata da alessandro, a una totale disinformazione e confusione inutile che non aiuta come al solito a capire, ma le hai mai utilizzate le vernici all'acqua? O parli semplicemente per sentito dire.....gli articoli postati parlano chiaro descrivono i pro e i contro di certi prodotti, la salute umana è molto importante nessuno dice quanti falegnami e artigiani che per necessità lavorano tutti i giorni con determinati prodotti hanno seri problemi di salute, ma forse per te è un dettaglio quello che conta per te avere ragione a tutti i costi a prescindere da tutto, che dire bravo complimenti, l'Ispra a laboratori di analisi dove gente qualificata sottopone i vari prodotti ad un accurato esame negare l'evidenza è un atteggiamento tipico da parte tua, c'è molta improvissazione da parte tua, questo non si fa è sbagliato.
Bene! C. ci ha insegnato come si fa a capire se una vernice è tossica o no: PROVARLA!
Questa sì che è informazione, altro che la chimica e scemenze del genere!
Caro Pierpaolo,
nel tuo primo messaggio citi il caso di un trattamento preventivo di un tavolo da cucina, che con ogni evidenza si riferisce a me. Devo segnalarti che il trattamento non è stato preventivo come da te affermato, ma NECESSARIO, perchè il tavolo era molto tarlato, altrimenti la stuccatura dei fori, a che serviva? Non spargo veleni per nulla, so la pericolosità di certi composti, ma che dovevo fare se nel tavolo c'erano chili e chili di tarli?? :'(
Caro Hamo faber, in passato nel forum si è parlato molto del problema tarli; non ho problemi a ripetere ciò che penso: chi si annoia può saltare.
I tarli allignano in situazioni che noi umani consideriamo malsane: umidità stagnante, buio, situazioni che provocano muffe, silenzio…. A volte basta cambiare locale al mobile per vederli sparire. Al museo del Louvre come antitarlo usano degli aggeggi tipo metronomo: col rumore i tarli non mangiano e prima o poi muoiono di fame.
Le ditte che praticano la disinfestazione con camere a gas (che ormai sono quasi tutti proibiti) lo fanno eliminando, prima di immettere il gas, l’aria: solo così il biocida può penetrare nei canali e raggiungere le uova. Inoltre queste ditte di solito danno una garanzia di un anno che impone tutta una serie di eccezioni per le quali non vale nulla. Per es. tutte le aperture della stanza devono essere munite di retine per gli insetti, non devono essere presenti altri legni non disinfestati, ecc.
La camera a gas fatta artigianalmente non serve assolutamente a niente: il biocida resta in superficie e dentro i tarli continuano a gozzovigliare.
Da parte mia, in presenza di queste bestioline, intervengo con abbondanti impregnazioni di olio di lino: indurisce il legno e lo rende ostico. I legni oleosi difficilmente ne vengono aggrediti (persino C. ne è convinta!!). Pensa che in casa mia ho mobili antichi di varie epoche. Una sola volta mi è capitato che da un piano settecentesco vi fosse una fuoriuscita: il locale era stato chiuso al buio per 15 giorni. Da allora quando mi assento da casa lascio una radio accesa e, se possibile, le persiane aperte.
Purtroppo in Italia i tarli sono diventati un grosso businnes, sia a livello dilettantesco, sia professionale. Pensa che l’inutile disinfestazione di un coro da chiesa si aggira dai 15 ai 20.000 ¤, tangente compresa.
Infine, certamente alludevo al tuo tavolo, tieni presente che tutti i biocidi sono, quale più, quale meno, cancerogeni, e questa sostanze hanno la facoltà di rilasciarsi nell’ambiente anche a distanza di anni. Non so quanto sia sano metterlo in una cucina dove può venire a contatto con i cibi. Le nostre case sono già piene di prodotti potenzialmente cancerogeni, ed aggiungerne altri mi pare per lo meno autolesionistico. Con tutto ciò molti restauratori marciano su queste disinfestazioni utili soltanto al loro portafogli e ad intossicare il cliente.
Condivido pienamente la tua repulsione contro i prodotti antitarlo, che sono certamente pericolosi, non mi riferivo a questo aspetto. Ci tenevo soltanto a chiarire che non è stato un trattamento preventivo ma un trattamento di contrasto di un attacco in corso.... tutto qua ! 😀
Proverò a limitare l'uso di questi presidi, perlopiù cancerogeni :-, ma in caso di attacchi massici in corso, cosa dovrei fare? ??? Spennellare soltanto (abbondantemente?) con olio di lino?
In occasione di un attacco in corso se dai olio diluito con ragia o limonene il giorno dopo trovi un tappeto di poveri cadaverini, ma prova anche col rumore. quelle vecchie sveglie meccaniche vanno benissimo. comunque devi sempre tenere a mente che sono come i topi: non sopportano (giustamente) la presenza dell'uomo con tutto ciò che comporta.
Homo Faber la permetrina va benissimo è l'unico mezzo facile ed economico per uccidere il tarlo, non sempre è possibile rivolgersi a una ditta che fa il trattamento anossico, oltretutto per un solo mobile non si spostano e ti costa parecchio, alla fine del trattamento anossico anche loro passano permetrina che evita nuovi attacchi, è logico che è un veleno, un insetticida per la precisione, altrimenti a che cosa servirebbe, l'olio di lino non serve a nulla non uccide il tarlo vivo che è all'interno del mobile, basta vedere quanti mobili trattati anche con vernici sintetiche è oli sono attaccati ugualmente dal tarlo, Pierpaolo si preoccupa molto della permetrina, e poco dei solventi e vernici derivate dal petrolio potenzialmente cancerogene questi sono i paradossi talvolta ridicoli, non credevo che ai tarli non piacesse così tanto la musica da ucciderli, la prossima volta quando uso la permetrina accenderò la radio a tutto volume per accelerare la loro morte, consiglio prezioso che metterò in pratica ;D ;D.
Vorrei porre una domanda per uccidere il tarlo impregniamo anche i mobili laccati i quadri le tavole antiche, citi sempre la Francia che in paragone all'Italia in quanto ad opere d'arte è musei non a confronti, noi da soli un unico paese come l'italia totalizziamo il 40 % delle opere d'arte a livello mondiale, quindi citare come esempio altri paesi mi sembra ridicolo.
Concordo con Cassiopea sull'uso preferenziale e consapevole della permetrina rispetto ad altri sistemi.
Io sono come San Tommaso e quindi ho provato l'olio di lino su un portapiante liberty, in faggio, che possiedo e che i maledetti insetti amano alla follia. Con gli Aerosmith non sono scappati ma non ho provato le sveglie (molti musei usano i metronomi). Il primo anno l'olio di lino non ha cambiato la disastrosa situazione perchè in primavera hanno ricominciato i fori di sfarfallamento. Ho la testa dura e sono ecologista quindi ho riprovato: dal secondo anno non ho più visto fori di sfarfallamento. Deduzione: o sono stati gli Aerosmith associati ai Noir desire (unico cambiamento) o l'olio di lino è riuscito nell'intento. Non è un esperimento scientifico ma empirico.