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Aporia sei fantastica ;D credo che nel tuo caso i tarli abbiano terminato il loro ciclo riproduttivo, non credo proprio che ungendo a dismisura i mobili si risolva un granché, mi piace, sembrate persone che vivono su una nuvola, dei sognatori o forse illusi, chissà..... magari fosse così semplice tutto quello che è stato fatto per escogitare metodi per uccidere il tarlo che quando attacca un mobile e capace di distruggerlo indebolendo irrimediabilmente la struttura, allora anche queste persone sono degli illusi oppure degli stupidi, su una meravigliosa tavola del cinquecento la prossima volta diciamo a quelli stupidi incompetenti che lavorano per recuperare quando possono fra mille difficoltà consigliamoli l'olio di lino così in batter d'occhio risolveranno tutti i loro problemi, certo siete esilaranti leggervi è un continuo apprendere pillole di saggezza, ho il sospetto che non vi confrontate effettimente con questi problemi, quanto mi piacerebbe che fosse così facile, che bello 🙂 🙂
Siamo andati fuori strada come al solito, l'argomento era un altro i solventi, non la permetrina, ma questa è un abilità dove il nostro caro Pierpaolo è maestro, secondo me non si arriverà mai a chiudere una discussione seriamente, questa è una sconfitta per tutti, molta teoria è nessuna pratica facile a dare consigli fondati sull'improvvisazione e non su l'esperienza, molto triste :-[
Incomincia a sorgermi il dubbio di essere un antitarlo naturale!.
Ho avuto bottega per anni, ed anch’io ho praticato disinfestazioni con biocidi. Ho smesso quando ho approfondito l’argomento. Caro Alessandro, dovresti addurre argomenti a suffragio delle tue tesi. Ti risulta che i tarli mangino anche in presenza di rumori? Hai mai provato a disinfestare col l’olio? Come credi che agisca la permetrina? Pensi che foderando il mobile con un po’ di polietilene le molecole di biocida penetrino in profondità nel legno? E pensi che i tarli si siucidino masticando la superficie del legno trattato o piuttosto non si infilino in screpolature o buchi che non sono stati raggiunti dal biocida? Hai mai letto una garanzia dopo disinfestazione di una ditta seria?
L’ossessione dei tarli è molto simile all’ossessione che certe casalinghe moderne hanno per la pulizia: impestano la casa di biocidi terrorizzate dai microbi, dimenticando quanti microbi sono presenti nel nostro corpo (anche con una loro utilità), dimenticando che la salute umana è una questione non di microbi, ma di equilibri anche fra microbi, e poi si lamentano se si ritrovano dei figli pieni di allergie!
Ho un cliente che vive in Sudafrica e passa nella sua villa in Italia solo due mesi estivi; per il resto del tempo la casa è disabitata. È arredata con mobili che vanno dalla metà dell’800 ai primi del 900. Per anni hanno fatto disinfestare con biocidi inutilmente, spendendo cifre folli. Tre anni fa ho fatto la prima impregnazione oleosa, ripetuta la primavera successiva. Dapprima i tarli sono calati drasticamente. L’anno scorso ne hanno tovati due o tre. L’altro giorno sono passato per controllare e pianificare il prossimo intervento: dei tarli nemmeno l’ombra. O sono il terrore dei tarli, o è il famigerato santo linfo! E non diciamo sciocchezze: i tarli non terminano il ciclo riproduttivo! O vogliamo sostenere che sono in possesso di prostata e le femmine vanno in menopausa?
Pierpaolo non ti rispondo sei un caso ormai patologico.....ti consiglio davvero con tutto cuore di consultare uno bravo.......ti rispondo con un delizioso messaggio postato da pomacciolo davvero GRANDE!! riassume tutto in due parole, questo si è essere sintetici, quello che penso l'ho già scritto tutti i ricercatori che si spremono le meningi per capirci qualcosa gli manderemo il linfoil dell'amico imprenditore......così debelleranno il tarlo per magia altro che trattamento anossico o microonde GENIALE!!!
http://www.youtube.com/watch?v=_2RjhGKlD-k
Ti saluto Pierpaolo ;D
carissimi tutti, ho letto i vari messaggi ed in particolare le lotte intestine fra Cassiopea e Pierapolo, non ci crederete, ma credo abbiate argomenti validi entrambi ! So che probabilmente questa sembra una scappatoia, ma così non è. Trovo gli argomenti dell'ultimo messaggio di Pierpaolo estremamente saggi e li condivido pienamente, si evince chiaramente che le sue non sono convinzioni ideologiche ma acquisizioni corroborate da fatti ed esperienze pluriennali. Anch'io sono del parere che dovremmo limitare al massimo l'uso di prodotti che sono con ogni evidenza assai pericolosi, addirittura cancerogeni. Almeno se possiamo ! 😛 La realtà è variegata e frastagliata, piena di chiaroscuri o netti contrasti... ritengo che ci siano casi di forti infestazioni di tarli nei quali serva una terapia d'urto, per cui l'uso della permetrina, o di altri formulati, sia utile per contrastarli, ed altri nei quali l'uso continuativo di olioresine possano sortire validi risultati. Credo anche che ci sia anche il fattore T (= tempo umano) e cioè che in molti (me compreso) si desidera un risultato immediato che probabilmente i prodotti tipo permetrina permettono, e che l'uso metodico di olioresine sia più lento ma efficace nel tempo... io non mi permetto di affermare che non sia efficace, se Pierapolo dice che funziona perché lo ha provato, non ho che da crederci ! Dagli elementi in mio possesso ho motivi per credere che l'impregnazione del legno con oli sia efficace per contrastare i tarli, perché cellulosa e lignina intrisa con lunghe catene di triacilgliceroli senz'altro siano un fattore di contrasto dell'attività della biocenosi batterica ospitata nell'intestino degli animaletti, responsabile principale della degradazione dei composti del legno... Quindi a occhio e croce ciò che afferma Pierapolo ritengo sia fondato e farò esperienze nel futuro immediato in tal senso. Ritengo anche che davanti ad infestazioni massicce, come è capitato a me col tavolaccio da cucina, sia inevitabile utilizzare permetrina per uccidere quanti più tarli. Io non l'ho spennellato ma ho fatto iniezioni nelle gallerie, buco per buco (e vi assicuro che non ne ho lasciato neanche uno...) e credo che così facendo si raggiungano facilmente anche gli angoli più reconditi dove si annidano i tarli. Che dire, proverò, nel futuro immediato, ad utilizzare gli oli come misura preventiva e/o di contrasto contro i tarli e a ridurre l'uso della permetrina. Vi farò sapere !
Ritengo che ciò che di importante c'era da sapere sulla permetrina già è stato detto, non è smentibile ed è anche inutile ripeterlo:
http://www.inforestauro.org/forum/index.php?topic=1950.msg10156#msg10156).
Posso aggiungere sinteticamente:
1- L'utilizzo di prodotti a base di olio di lino nella sanificazione dei manufatti infestati viene riportato da singoli artigiani e solo su base aneddottica; il trattamento con permetrina non ha bisogno di pubblicità essendo validato da ampia letteratura.
2- Anche su base aneddottica è da ricondurre l'utilizzo dei vari sistemi ambientali (musica, luce etc), ed è ovviamente ancora più opinabile dell'uso dell'olio di lino per la totale assenza di parametri standardizzati (quanta/quale luce, musica, temperatura, umidità etc).
3- Sia ppm che aporia (gli unici che riferiscono esperienze con trattamenti con olio di lino) riportano che occorrono in base alla loro esperienza almeno due trattamenti.
In base alla mia esperienza con la permetrina posso dire che occorre un solo trattamento per debellare l'infestazione. Come deve comportarsi chi effettua una finitura a gommalacca e sa che dovrà poi effettuare un secondo trattamento antitarlo con l'olio a distanza di 6-12 mesi?
Sulla base di quanto detto e senza volermi ripetere, ritengo che questo bel mestiere vive già di suo sulla improvvisazione, genialità, creatività etc di ciascun artigiano che mi sembra eccessivo voler ulteriormente percorrere questa strada anche in quelle poche situazioni in cui la la moderna industria ci viene vantaggiosamente in aiuto.
Condivido il tuo pensiero alessandro, difatti la permetrina viene diluita con solventi inodore che non macchiano ne tessuti ne legno, grazie a questi solventi che veicolano la permetrina riesce ad arrivare ad un certo livello di profondità nel legno, il telo in polietilene per chiudere il nostro mobile da trattare serve semplicemente a non far evaporare l'antitarlo velocemente e di trattenerlo sul legno il tempo dovuto rendendo più efficace il trattamento, il tarlo è talmente resistente che a volte bisogna ripetere questo trattamento, l'olio di lino e il LINFOIL che nemmeno l'azienda definisce antitarlo non servono a nulla, oltretutto l'olio non penetra in profondità nel legno ma rimane in superficie, mi spiegate come arriva al tarlo? in caso di legno molto tarlato è spugnoso diventa deleterio e inutile, non c'è prova scientifica dell'efficacia dell'olio di lino come antitarlo e solo fantasia, questo non è detto in senso polemico anzi ogni persona a diritto di credere alle favole e seguire determinati consigli pagandone le conseguenze, ma non è un lavoro eseguito correttamente.
ed allora spiegatemi: Pierpaolo Masoni è un visionario? La sua esperienza pluriennale e le sue testimonianze circa l'efficacia preventiva e distruttiva degli oli nei confronti dei tarli è pura invenzione? Condivido il fatto che la permetrina sia un presidio mirato ed efficace per la disinfestazione del legno dai tarli (se correttamente veicolato nel legno ....) ma come fate a dire che l'olio di lino non è efficace? Anche la vostra diffidenza nei confronti di questa metodica mi pare si basi su assunti anneddotici, cioè non avete fatto prove ma credete che non sia efficace. Beneinteso, la mia non è una missione per la tutela del Masoni (specie rara!) piuttosto una riserva che mi permetto di avere nei confronti del metodo di impregnazione con oli quale misura antitarlo, che mi piacerebbe provare negli anni. Certo è che non avrò mai per le mani un cassettone o un tavolo del Seicento... quindi posso sperimentare e verificare, se riesco a combattere i tarli con metodi "blandi", senza biocidi, ben venga ! 😉
Comunque, mi stuzzica l'idea che Pierapolo possa rappresentare un antitarlo naturale ;D ;D, ;D
Mi spiegate e lo chiesto più volte, senza avere risposta come disinfestate un mobile laccato con l'olio di lino? Eppure è una domanda molto semplice.....Homo ognuno può fare quello che vuole, se parlo è per esperienza non per sentito dire, ciao.
Homo non ho detto che l'olio non è efficace. Non avendolo utilizzato a tale scopo non potrei mai dirlo.
Ho solo posto alcune considerazioni che a me personalmente, pur ammettendo la veridicità di quanto affermato da ppm, mi portano senz'altro a preferire la permetrina agli oli.
Bene, Alessandro, apprezzo la tua lealtà nella discussione. Ma non pensi che fra l’uso di un pesticida (che fra l’altro è sciolto in un diluente derivato dal petrolio – di solito white spirit) ed un prodotto non tossico sia da preferire il secondo?
Non credi che l’industria –concedimi questo termine generico-abbia grossi interessi nella vendita dei
piretroidi? Ti posso assicurare che ogni giorno vengono effettuate disinfestazioni del tutto inutili.
Il mio lavoro mi porta ad operare soprattutto su oggetti del 5, 6, e 700. Posso dirti che ho trovato, su oggetti di tali epoche, infestazioni di ogni tipo (funghi, formiche, termiti, qualche nido di bombo…) ma non tarli. Questi insetti amano i legni freschi, non quelli vecchi. Magari ne hanno avuti in passato, ma dopo la mangiata se ne sono andati.
E poi, non credi che l’ambiente conti molto? Ti è mai capitato di dormire in una stanza dove vi siano legni infestati da tarli? Se ti fosse capitato ti saresti accorto che basta un rumore o la luce perché smettano di mangiare! I tarli hanno bisogno di pace e tranquillità. Se lavori nel campo del restauro non puoi non aver notato che di solito i legni infestati arrivano da cantine o solai, o da mobili moderni (ovviamente, come tutti i legni moderni, preventivamente trattati con biocidi) che hanno trasmesso loro l’infestazione. Ma i legni antichi sono molto meno aggredibili. Ciò è dovuto sia alle modalità di abbattimento dell’albero ( che non concerneva soltanto l’osservare la luna- se ti interessa possiamo parlare anche di ciò), sia al tipo di lavorazione ed invecchiamento del legno, sia a come venivano verniciati i legni.
Mi capita abbastanza spesso di restaurare soffitti del 700, Torino ne è piena; ebbene, mi capita, a volte, di averne uno in una stanza pitturato negli anni 50 con nitro, e nella stanza accanto ancora con la sua originaria olioresina o cera. Puoi essere certo che quello pitturato, sotto la crosta di pittura ha un velo sottilissimo di legno, e sotto ancora due o tre centimetri di tarlatura. Il fratellino invece è sanissimo. Come te lo spieghi?
La mia interpretazione è che le vernici che usavano nel 7 erano traspiranti, e ciò non creava un buon ambiente per i tarli; le nitro, come quasi tutte le pitture moderne, non sono traspiranti.
Si ppm posta la domanda così è ovvio risponderti manifestando la preferenza per prodotti meno tossici.
Purtroppo non sempre è possibile fare scelte ovvie. Certe volte la decisione finale è il risultato di una valutazione tra i rischi e i benefici a cui questa scelta ci porta. Io non faccio, e credimi mi dispiace enormemente, questo lavoro di professione avendo scelto a suo tempo di dedicarmi ad un lavoro che quotidianamente mi porta a fare questi ragionamenti quando devo decidermi se dare o non dare e nel caso in cui ho deciso di dare... quale farmaco devo appioppare al paziente di turno, e forse proprio perchè di questo mestiere non ci campo mi posso permettere atteggiamenti e comportamenti diversi da quelli che purtroppo spesso i restauratori di professione sono costretti ad assumere.
Sono d'accordo con te sul fatto che il legno vecchio non piace ai tarli ma non sempre questo è vero.
Nel mio soggiorno ho da una decina di anni una vetrina LF che fin dal primo anno aveva attività ....animalesca. Per tutti questi anni la vetrina si è trovata al centro della attività della mia famiglia (moglie figli amici etc) eppure sti' str--- hanno sempre continuato a banchettare tranquillamente, fino a che tre anni fà ho deciso di passare al contrattacco. Ti assicuro che lo sterminio è stato assoluto e non c'è stato finora bisogno di un reintervento.
Quindi ripeto la scelta è una scelta consapevole per un intervento da attuare in modo...consapevole.
Alessandro è quello che si cerca di dire da tempo in questo forum, non è sempre vero che i mobili messi in situazioni di rumore o di luce e di aria il tarlo smette di mangiare.
Io ho avuto per anni in casa dei miei. una camera chippendale, e assicuro che a casa mia di confusione ce n'era , aria di mare e montagna, pulizia e tutto quello che volete. Il tarlo ha distrutto letteralmente la camera e si possono citare centinaia di casi cosi.
magari il pioppo con cui era stata costruita lo hanno abbattuto con la luna sbagliata.
(boscaioli ignoranti e infedeli)
Scusa, Pomacciolo, ma una camera Cippendale (metà del 7) vale una barca di soldi, è rifinita con una olioresina e di solito non tarla. Poi vi sono le camere stile cippendale (anni 40) ben altro valore, rifinite a gommalacca e spesso tarlano. Chissà perché!
Questa è un enorme falsità quanti mobili del settecento divorati completamente dal tarlo a volte irrecuperabili irrimediabilmente, non è il tipo di vernice ma lo stato di conservazione e il trattamento subito dall'oggetto, altro errore negli anni quaranta sono state introdotte già le vernici sintetiche.....la gommalacca non va proprio giù ;D ;D adesso attira anche i tarli ;D ;D bella questa......molto divertente ;D ;D