E' il solito discorso del dubbio se fare un restauro antiquariale cioè prettamente commerciale in cui si cerca di fare un lavoro di ripristino anche a livello estetico oppure un restauro conservativo in cui si fa un lavoro di consolidamento cercando di salvaguardare i danni prodotti dal tempo. Tante variabili entrano in gioco (tipo di mobile, direttive date dal cliente, sensibilità del restauratore etc). Per cui direi che un buon restauratore dovrebbe adattarsi ad ambedue i tipi di procedimento e valutare di caso in caso.

Un aspetto psicologico che i falsari ben conoscono è che il falso piace sempre di più dell’originale.
Hai fatto un buon lavoro, non c’è che dire, ma hai falsificato. Per fare un esempio a sostegno di questa affermazione: hai invecchiato questa cornice esattamente come ci si aspetta che sia invecchiata, quindi non crea nessuno degli imbarazzi che potrebbe creare una cornice invecchiata naturalmente, spesso in modo imprevedibile. Insomma, il falso ci da esattamente quello che inconsciamente ci aspettiamo, assecondando il nostro gusto.
In un post precedente ho citato la direttiva NORMAL 20/85; quella che definisce il concetto di pulitura nel restauro. Nessuno la ha commentata forse anche perchè lo strepito della lite da pollaio che era in corso ha sovrastato quella che avrebbe voluto essere una normale costruttiva discussione. Questa direttiva che indica nella pulitura le azioni e soltanto le azioni atte ad eliminare ciò e soltanto ciò che è dannoso per l’Oggetto vuole tracciare, per quanto possibile, un confine tra il concetto di restauro e quello di falsificazione, e segna la traccia per concetti di restauro anche nella rifinitura.
Mi asterrei da valutazioni circa il valore o meno del restauratore, chè si tratta sempre di giudizi relativi ed opinabili: c’è chi scende a compromessi e chi no; è una questione etica e personale.
Per esperienza posso dire che negli anni ho visto la mentalità della clientela modificarsi accettando sempre di più il concetto di restauro conservativo, soprattutto se stimolata in tal senso. Ma anche questa affermazione forse è personale: forse nel tempo senza accorgermene ho selezionato la clientela; non so.
E non credo nemmeno che un restauro… chiamamolo pure commerciale sia esteticamente migliore: viene preferito da chi non è esercitato a vedere Oggetti antichi, o non è attrezzato culturalmente. Mi sembra comunque importante che il professionista stimoli a guardare l’Oggetto storico con rispetto della sua storia e con umiltà.
Anch'io mi associo agli auguri