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Il restauro di opere contemporanee: cosa ne pensate ?

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(@giuseppe)
Post: 439
Illustrious Member Admin
 

Avverto che sono ancora presenti strascici di tensioni per precedenti interventi non appropriati.
Invito tutti a mettere una pietra sopra a quanto è accaduto in precedenza certo, che in futuro, le discussioni assumeranno toni più tecnici e strettamente inerenti ai temi proposti dalle discussioni.

Per ristabilire tale clima chiedo ancora una volta un impegno da parte di tutti.

Ancora grazie a tutti per la vostra presenza

 
Pubblicato : 14/02/2012 6:04 pm
(@fulvio)
Post: 354
Reputable Member
 

Allora, anch'io per una volta mi trovo sulle posizioni di Cassiopea, il modernariato non mi interessa, non mi attrae, mi appare privo di fascino, figlio di una storia troppo breve e al tempo stesso troppo banale. Non la sintesi tra idea e progetto che invece in un mobile classico, magari "solamente" databile al XXIX secolo credo di poter cogliere.
Naturalmente sono il primo a riconoscere che quanto affermo è opinabile e sono pronto anche a cambiare idea, qualora riesca a convincermi diversamente.
Ma tanto per dare un'idea (ma forse è una provocazione) posto le foto di tre oggetti che ho conosciuto benissimo durante la mia infanzia, databile ormai a più di mezzo secolo fa.
Ecco, questi sono oggetti che non è inconsueto trovare esposti ( e commercializzati) anche in rassegne antiquarie importanti.
Da qui parto lanciando il sasso.
;

 
Pubblicato : 14/02/2012 6:13 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Caro Fulvio, mi pare che tu affronti l’argomento da un punto di partenza sbagliato. Non è necessario che il restauratore sia in sintonia con l’Oggetto del restauro, anzi, direi che sarebbe bene che non lo sia per evitare coinvolgimenti emotivi ed interpretazioni che potrebbero distogliere da quella che è la pura e semplice azione di restauro. Alla base del restauro vi deve sempre essere una speculazione disinteressata e razionale che non ha niente a che vedere con gusti personali.  Per riprendere il parallelo con la medicina fatto da qualcuno pochi giorni fa, è come se un chirurgo prima di operare valutasse se il paziente gli è simpatico o no.
Io non ho esperienza nel restauro di opere moderne; ho restaurato alcune cose di Ceroli ed alcune auto. Con questo artista in passato ho avuto qualche screzio. Mettendo mano su quegli Oggetti mi sono dovuto imporre di non dare giudizi personali, ma di badare solo a fattori tecnici concernenti la conservazione. Voglio arrivare a dire che non conta cosa si restaura; certamente da del metallo a del legno vi sono differenze tecniche sostanziali, ma concettualmente non cambia niente. Gli oggetti che hai postato sono considerati modernariato. Io considero modernariato anche la produzione dell’800, ma si tratta solo di considerazioni personali che nulla hanno a che vedere col restauro.
Interessante la carrozzina. Io vado fiero della mia: hai presente la corazzata Potemkin? con la scalinata dalla quale ruzzola, appunto, una carrozzina?

 
Pubblicato : 14/02/2012 7:07 pm
(@pin8cchio)
Post: 357
Reputable Member
Topic starter
 

era esattamente quello che volevo, grazie, grazie per l'aria al cervello.
Grazie davvero ad ognuno di voi, è interessante vedere che alla base di ogni restauro ci deve essere apertura mentale, le opere moderne hanno materiali diversi ma le metodiche di base sono identiche identici i processi che portano ad analizzare ogni problema. Grazie a tutti voi ancora una volta.

Per Aporia:
prima inumidire il cuoio dall parte del carniccio con vapore, poi idratare prima con dell'olio di vaselina e dopo qualche giorno basta una semplice crema alla glicerina, ancora vapore caldo dalla parte della concia. le parti spaccate una volta ammorbidite e reidratate vanno ritrattate al dopo averle scarnite cromo o vegetale....ma questo è un'altro discorso, questi recuperi sono "casa mia"

 
Pubblicato : 14/02/2012 7:21 pm
(@cassiopea)
Post: 0
New Member
 

Noo scusate ma sulle citazioni cinematografiche vado a nozze, vi propongo prova filmata del capolavoro del regista Russo Ėjzen¨tejn anno 1925.

http://www.youtube.com/watch?v=Cj8yyfdG3hk

Poi citato da Brian De Palma negli intoccabili è la scena più famosa della storia del cinema 🙂

http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=zrRfQXrcG_E

Per non parlare di Paolo Villaggio che non ne da una grande definizione ;D ;D

 
Pubblicato : 14/02/2012 7:48 pm
(@pomacciolo)
Post: 351
Reputable Member
 

caro aporia ultimamente anche i moderatori hanno dei problemi relazionali, mi accorgo della mia superficialita' dell'intervento ma ERA un intervento, se leggi bene. capisco anche che i traslochi sono, dopo le separazioni, causa di stres.

visto che il forum sta diventando colto mi unisco sommessamente.

Protagora diceva: " L'uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono"

potrei anche non spiegare in quanto  il livello  è piuttosto alto, ma lo faccio per gratificazione.

Se, ad esempio, Aporia pensa che i quadri di Fontana siano dei capolavori e ogni volta che li guarda gli trasmettono un emozione, allora Fontana è arte.
Se invece io penso che Fontana era solo uno che faceva dei tagli nelle tele e quindi li sfreggiava e non mi trasmette niente allora Fontana non è arte.
in pratica Protagora dice che Fontana è arte e non è arte.

 
Pubblicato : 14/02/2012 8:14 pm
(@fulvio)
Post: 354
Reputable Member
 

Allora da che parte comincio.
Da Cassiopea, e siamo alla seconda volta che ci troviamo in sintonia (strano ma vero), e sai perchè, perchè quando ero un giovane studentello ho costituito e tirato avanti un cineforum e non solo, il Maestro Russo era una mia fissa (e per ciò venivo allegramente dileggiato dopo l'avvento di Fantozzi)
Poi vengo a Pierpaolo, che ringrazio per esistere, visto tutto quello che da lui ho appreso, ma che trovo difficoltà a seguire quando afferma "......direi che sarebbe bene che non lo sia per evitare coinvolgimenti emotivi ed interpretazioni che potrebbero distogliere da quella che è la pura e semplice azione di restauro...." Caro Pierpaolo, sicuramente hai ragione tu, e ci mancherebbe, ma la passione dove la metti? Sto restaurando un vetrinetta fine 8oo Luigi Filippo in origine assai malmessa. Ma sai il gusto nello scopire alcune stranezze ( almeno per me) che si era pensato l'artigiano che la realizzò, capire il perchè di certe tecniche, ripristinare, reintegrare, cercando di calarsi nella mente di colui che così aveva voluto quell'oggetto. Lo so, non sono professionale, infatti la mia è solo passione, e questo, e non solo questo, è uno dei miei grossi limiti immagino. Resto comunque convinto che idea e oggetto siano un connubio inscindibile.
A Pomacciolo dico invece che con l'arte ci andrei piano (si fa per dire), non più tardi della settimana scorsa disquisivo con un mio caro amico (e coetaneo) pittore per scelta e vocazione. A quei tempi eravamo al primo anno di liceo, ma a distanza di tanti anni mi diverto ancora oggi a provocarlo con la storia di Piero Manzoni e della sua merda d'artista in scatola.

 
Pubblicato : 14/02/2012 11:02 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Trovo fuorviante parlare di opera d’arte o meno. Io mi limito a parlare di testimonianze.
È proprio a causa di valutazioni del genere che il restauro del mobile è stato relegato nella stanza della serva, privato di normative, lasciato alle valutazioni di restauratori spesso privi di ogni minimo criterio.
Proprio l’arte moderna dovrebbe insegnarci quanto certe valutazioni siano pericolose e pretestuose.
Penso che ci si dovrebbe avvicinare al gesto del restauro senza tener conto di valutazioni personali che lo potrebbero condizionare. In altre parole, si dovrebbe restaurare un umile Oggetto applicando gli stessi criteri che si applicherebbero ad Oggetti considerati importanti. Ho trovato Oggetti che nella loro umiltà riuscivano a sfiorare il sublime di certe suonate di  Beethoven, altri ispiravano la malinconia di un ricordo… a volte mi siedo davanti ad un vecchio mobile ed ascolto le storie che racconta, magari storie di poco conto, serate nella stalla con un pastore che parla di vite passate, o declama i versi dell’Orlando furioso… Voglio dire che qualunque mobile ha storie da raccontare, e spesso sono storie che vengono da lontano, dal profondo di noi stessi, dai recessi della nostra memoria universale, dalla nostra cultura profonda. Hai ragione, è emozionante trovare la martellata che il falegname ha dato per chissà quale incazzatura, o forse per sbaglio, ma nell’azione del restauro occorre lucidità. Forse si potrebbe parlare di erotismo del restauro, della tensione dell’attesa, di quando, a fine lavoro, ti siederai di fronte all’Oggetto, o dentro l’Oggetto, pensa ad un luogo che salvi, un salone, per esempio, che in qualche modo ripristini, e l’hai fatto senza interpretarlo, senza alterarlo con le tue manie, i tuoi tic. Pensa di essere riuscito a mantenerlo inalterato nel suo carattere, con i suoi segni del tempo, le sue rughe, ma alla fine è lui, è genuino, solo invecchiato, e, come tutti i vecchi…racconta. Solo allora il restauro si compie, perché non restauriamo per salvare Oggetti, o testimonianze…salviamo per noi stessi, perché allora ci rendiamo conto di, in qualche modo, far parte integrante della storia.
Tutta questa sviolinata per dire che l’opera d’arte non centra niente col restauro; non dobbiamo lasciarci influenzare da preconcetti fuorvianti.

 
Pubblicato : 15/02/2012 10:46 am
(@cassiopea)
Post: 0
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Aldilà dell'epoca di un mobile, metterci un po di anima e sensibilità  in questo lavoro non guasta, aiuta a farlo meglio, altrimenti si diventa delle macchine, la passione di cui parla Fulvio non è mai troppa, quando c'è è sicuramente un valore aggiunto, non amo il mobile moderno prodotto non dalla fantasia dell'uomo ma un puro e semplice oggetto funzionale che a poco di artistico, questo per collegarmi a quello detto da Pomacciolo, che in parte condivido è logico che poi ci si adegua a restaurare di tutto anche il mobile in compensato lo facciamo tutti, ma che stimolo ti da invece lavorare su un mobile intarsiato oppure intagliato, dove viene espressa tutta l'arte e sottolineo arte dell'artigiano che ha creato quell'oggetto che non si limita ad essere solo funzionale ma qualcosa di più, è arte anche il mobile di esempi se ne possono fare molti, parlando di Piemonte, che ne dite dell'ebanista Piffetti, non possiamo definirla arte quella.

 
Pubblicato : 15/02/2012 2:55 pm
(@pin8cchio)
Post: 357
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Topic starter
 

siamo tramite, il nostro compito è riuscire a tramandare, traghettare testimonianze.
Guardiamo le cose da un ambito assai ristretto, circa dieci anni fa mi accorsi restaurando una bella sedia degli inizi dell'ottocento che all'interno del tamburo c'era una sorta di borderò in carta dove era riportato il nome del committente, si trattava di un negozio di roma, dalle parti dell' Esquilino.
Quella sottile striscia di carta testimoniava una cosa, il produttore aveva iniziato a produrre secondo metodi moderni, ho approfodito in seguito e il risultato è stato l'uovo di colombo, ancora prima che la rivoluzione industriale meccanizzasse le cose i nostri artigiani ad una richiesta maggiore compensavano con una catena produttiva specializzata, divisa per compiti, per attitudine, questo consentiva di utilizzare mano d'opera non estremamente specializzata ma di garantire un prodotto di qualità.
Il mobile antico con le sue prerogative, la sua fattura è ormai finito, i Piffetti e tutti i fornitori della real casa sono ormai andati. Parlare di produzione seriale non è un'abiura, è semplicemente il passo dei tempi, che sposta l'ordine delle cose, salviamo anziche l'abilità dell'artigiano la vita stessa dell'oggetto, inteso come unicum pur nella sua molteplicità, in quanto testimone di vite, di differenti eventi da un'altro simile
Il nostro lavoro sta cambiando, e chi non lo vede, chi non se ne accorge vive in una bolla.
Sorrido quando mi si accusa di non avere un'apertura mentale tale da non saper scegliere questo o quell'altro prodotto..... Roma sta bruciando e noi stiamo li a suonare la lira. 

 
Pubblicato : 15/02/2012 10:16 pm
(@cassiopea)
Post: 0
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Pin8cchio la penso come te sul tramandare e traghettare ai posteri in maniera consona aggiungo, so purtroppo che il nostro lavoro sta cambiando, se mi permetti aggiungo che sta morendo, ho lavorato su mobili seriali come dici tu conservando le caratteristiche originarie senza snaturare il mobile, ma posso dirti di aver lavorato sul compensato, ma non so mi da più soddisfazione lavorare su mobili più vecchi non voglio dire antichi per non esagerare, sarò nostalgica che dirti, ognuno di noi ci mette un po di se io la vivo così, forse è sbagliato, non sono ingenua, il cambiamento lo vedo in peggio purtroppo, non so se gioire di questa cosa, da parte mia molto modestamente, non ne sono molto contenta.

 
Pubblicato : 15/02/2012 10:36 pm
(@pomacciolo)
Post: 351
Reputable Member
 

Fulvio anche io ho una cara amica gallerista con un po di puzzetta sotto il naso e spesso la prendo in giro per la sua passione per i tagli di fontana, dice che "sono stati fatti in sezione aurea percio non capisci  niete"  anche la merda di manzoni sara' in sezione aurea!  :-X

 
Pubblicato : 15/02/2012 11:15 pm
(@fulvio)
Post: 354
Reputable Member
 

Forse si, ma resta il fatto che per definire correttamente una sezione aurea basta studiarsi un libbricino di geometria, ma con l'arte che c'entra?
E qui conviene che soprassediamo, perchè a questi ...strani ...artisti farei prima fare la prova di Giotto; altrimenti divento artista pure io.

 
Pubblicato : 16/02/2012 9:18 am
(@alessandro-livi)
Post: 146
Estimable Member
 

Più opportuno il test con l'etilometro.

 
Pubblicato : 16/02/2012 12:19 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Scusa Fulvio, ma la sezione aurea dagli inizi della civiltà è alla base della costruzione formale di un’infinità di opere d’arte e sono certo che se ti armi di metro la puoi trovare anche nei mobili. Non sarei così critico: è alla base delle  nostre concezioni estetiche.  Ma mi pare che andiamo fuori tema.

 
Pubblicato : 16/02/2012 1:01 pm
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