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Mi piacerebbe che quando pongo una domanda qualquno si degnasse di provare a rispondere, mi piacerebbe che l'uso della nostra lingua non fosse così neonatale soprattutto da parte di chi dovrebbe dare l'esmpio, mi piacerebbe che opinioni diverse fossero un'occasione per mettere in discussione le proprie certezze, mi piacerebbe che chi partecipa ad un forum lo facesse in amicizia e con spirito di condivsione del proprio limitato sapere, mi piacerebbe... vivere in un paese civile ed evoluto ma ancora una volta sono molto delusa. Rispondo da sola alla mia domanda continuando un lungo monologo: nel passato, per quello che si è potuto appurare, erano usati olii, grassi e resine rintracciabili sul territorio o frutto di commerci. In quest'ultimo caso solo se la materia era utilizzabile per altri scopi. L'elenco è lungo ma provo a dare l'avvio: olio di lino, olio di noce o nocciolo, olii di semi in genere, grasso animale, olii e grassi fritti, cera d'api, sego, resine vegetali, resine animali (tarde) e resine fossili (ambra)... Continuate voi?
x aporia
condivido con te quello che tu vorresti succedesse in questo forum e in generale in ambito relazionale.
questo ultimo periodo mi ha fatto capire quanto sia importante coltivare i rapporti e quanto ancora in me sia la volonta' di accrescere le mie conoscenze dato che
tempo fa questo forum mi diede l'imput alla ricerca per la quale purtoppo nn riesco a dedicare il tempo che vorrei.
personalmente - cosa che ho gia' scritto nel post 2012 - sono convito che l'olio sia parte fondamentale per la conservazione per la durata e per la bellezza di un manufatto ligneo.
ho toccato mobili rinascimentali arrivati ad oggi con solo dei passaggi di olio come manutenzione e lucidatura e li trovo meravigliosi !
non ho oggi dei riscontri per poter dire di quali olii si trattasse ma quelli che tu hai citato - lino,noce e nocciolo penso che sicuramente abbiano fatto parte delle prime lucidature nella storia del mobile.
sarebbe bello partire da qui , dagli albori e metterci tutti un piccolo pezzettino.
proviamoci!
un saluto giorgio
Caro Giorgio, la storia degli oli usati per la fabbricazione delle vernici tutto sommato è molto semplice.
Quello da sempre considerato il migliore è l’olio di lino perché polimerizzandosi forma un reticolo tridimensionale impermeabile all’acqua e permeabile al vapore, permettendo così la traspirazione del legno, cosa che i nostri antenati tenevano in gran conto..Sino a tutto il 700 il loro numero era limitato.
Gli oli di thung: olio di legno abrasin, di legno giapponese, di legno di brancoulier, di aleuterites trisperma.
Olio di colza, di oiticica, di papavero, di perilla, di soia, di ricino (la Kerker ha ancora in catalogo una olioresina di tal tipo),di vinaccioli, di alosa, di canapa,girasoli, guizota, noce. Nell’800 il loro numero si accrebbe tanto che il loro mercato divenne assolutamente caotico. Nel 1937 il governo italiano istituì una apposita commissione per fare ordine. Ne risultarono tre categorie: oli adatti per le vernici, oli che potevano essere usati per tale scopo e oli non adatti. Non sono riuscito a reperire gli atti, ma per notizie riportate da fonti che mi paiono attendibili, anche se imprecise, quelli adatti erano una quarantina, mentre fra quelli catalogati nei possibili vi erano tre oli di pesce (merluzzo e balena).
Il comodino del quale si è discusso ultimamente nel forum mi pare offra un ottimo esempio di una vernice fatta con almeno due oli, uno dei quali particolarmente scadente. Col tempo uno dei due si è dissolto lasciando residui grumosi dell’altro.
Gli oli di tung sono molto diversi tra loro. Quello proveniente dalla Cina è senza dubbio il migliore: è quello che veniva usato per le famose lacche cinesi e venne usato quasi sistematicamente dall’800, di pari passo con la gommalacca: le vie commerciali erano le stesse. Non può essere usato singolarmente perché tende a cavillare. Da ottimi risultati se aggiunto a quello di lino in proporzione di un 8-15%.
Sono stata stoppinatrice professionista per 14 anni e questo significa dalle 6 alle 8 ore al giorno di stoppino. Ho provato tutte le tecniche possibili ed immaginabili e quindi posso dire di conoscere abbastanza bene l'argomento. Ho studiato le antiche vernici cercando di scoprirne il segreto sui manuali perlopiù di fine '700 e '800. Sai perchè ti dico tutto ciò? Perchè l'unica cosa che mi irrita è sentire giudizi senza conoscere la storia. Non ho mai lucidato a olio perchè non ne sono capace e ho sempre usato gl con qualche goccia di olio fino alla brillantatura. Parli di lucidatura senza olio e la conosco benissimo: cala dopo neanche una settimana. Se piace va bene però non si può parlare di poro chiuso, come una vera lucidatura dovrebbe essere. Nei trattati dell'ottocento non si parla più di fragilità del film. Mi sono chiesta per anni cosa avessero scoperto e poi con l'aiuto di questo forum ho provato l'olio di lino. Qualche goccia rende il film elastico e quindi molto più duraturo... ma la durabilità è roba d'altri tempi, vero? Affermi inoltre che le oleoresine sono prodotti moderni e industriali, o sbaglio? Se sì, sbagli tu perchè sono olii e resine usati fin dall'antichità. Se poi qualche industria, e garantisco che c'è, oggi sfrutta indebitamente a livello commerciale la dicitura oleoresine, magari accostandola alla definizione di antica vernice, è un'altro discorso che fa parte della disonestà di molte aziende e dell'inefficacia delle leggi italiane, come sempre farraginose ed arretrate. Detto ciò, ribadisco che spero esistano molte altre Cassiopea e faccio tanti auguri a te e a tutti gli appassionati di restauro.
scusate se riprendo la discussione.... aporia intendevi dire che l'olio si deve mettere per forza anche prima della gommalacca stendendolo sulla superfice del mobile come base o intendevi che è sempre necessaria solo la goccia che si mette saltuariamente nel corso della lucidatura?
Scusate siamo pronti per un fritto misto 🙂
Aporia ti lamenti che nessuno risponda alle tue domande è giustissimo, ma se queste sono le risposte, non so cosa pensare l'olio di colza si estrae dal nocciolo delle olive, è quello che troviamo nei super mercati con aggiunta di clorofilla, spacciato per olio extravergine di oliva, credo abbia poca relazione col restauro del mobile, oppure vogliamo introdurre l'uso dell'olio di oliva anche in questo settore, queste valutazioni a livello storico sono molto interessanti ma la domanda del mio post è chiara anche a questo nessuno fin ora a dato una risposta chiara, eppure l'argomento è interessante......
Cassiopea mi spiace smentirti ma quei bei campi che puoi notare essere ricomparsi da un po' di anni a questa parte in alcune zone d'Italia, ossia da quando si è deciso la colza non essere più cancerogena, che producono dei bei fiorellini gialli, sono campi di colza, appunto e non di noccioli nani. L'olio nella verniciatura a stoppino lo uso solo per far scorrere il tampone e rendere il film elastico e non come prima passata. Il mio discorso voleva ripercorrere velocemente la storia delle vernici a partire dall'uso degli olii, anche quello d'oliva per chi poteva permetterselo, per passare alle oleoresine ossia olii che polimerizzano come l'olio di lino alle resine. Pierpaolo ci ha regalato un altro pezzettino di conoscenza, Giorgio ha confermato alcune ipotesi, io ci ho provato ad esporre quel poco che so ma l'unica è Cassiopea che pur sembrandomi molto esperta non ci regala nulla. Dobbiamo pregarti? In cambio ti rispondo: sì, le oleoresine antiche vernici continuiamo a definirle tali mentre se ti riferisci ai prodotti industriali ne ho provato uno solo e non ne sono rimasta assolutamente soddisfatta. Chi ha provato olio di lino, cotto e crudo, e prodotti industriali potrebbe illustrarci le differenze? Cassiopea cosa usi per "riprendere" un mobile del Seicento abbandonato in un granaio dalla famiglia Addams?
No Aporia non dispiacerti hai ragione la colza viene utilizzata anche come bio carburante, mi sono confusa con l'olio di sansa, quello è estratto dallo scarto delle olive, pardon, ma ragazzi con tutti questi oli 🙂 🙂
So che la curiosità è femmina vuoi sapere come si fa un recupero in patina 🙂 ma se permetti voglio tenerlo per me, poi in questo forum vedo che in questa materia siete ferrati non avete bisogno dei miei consigli 🙂
Antony, non vi è niente di codificato, soltanto la ragionevolezza, qualche cognizione dichimica e fisica, un po’ di esperienza ed anche dei fallimenti.
Se sostituisci l’olio di lino cotto al paglierino ottieni un film più duro ed elastico. Devi fare qualche tentativo: il paglierino non è essiccativo, non impasta e se ne metti troppo ti salta fuori dopo.
Il lino, se esageri, tende ad impastare: devi lasciare asciugare bene e spagliettare un po’ prima di riprendere.
Dato come fondo si rivela un ottimo turapori; devi solo avere l’accortezza di levigarlo bene. In tal modo non modifichi la gommalacca (probabilmente avrai solo un aspetto più serico), ma in caso di abrasioni o di danneggiamento sarà più facile riprenderla. In un altro post, credo questa mattina ho citato artigiani che usavano per l’appunto il lino come fondo. Vi sono stoppinatori che usano il paglierino come fondo per esaltare le venature, ma essendo a base di paraffina e, questo sì, di derivati del petrolio, non asciuga e tende a viaggiare, e col tempo sparisce. In passato un vecchio artigiano umbro mi spiegò che il Megylp veniva usato come fondo per la gommalacca e, mescolato con un 30% di cera d’api, come fondo per la cera. Questa vernice che veniva già prodotta nel 400 era composta da sandracca, olio di lino e trementina veneta, diluita con acquaragia. È per questo che consiglio spesso il linfo: non è molto diverso e l’olio di thung che contiene conferisce particolare resistenza.
Se vuoi provare ti auguro buon divertimento
So che la curiosità è femmina vuoi sapere come si fa un recupero in patina ma se permetti voglio tenerlo per me
Premetto che non amo le polemiche, anzi le detesto.
Mi scuso quindi con tutti ma debbo necessariamente porre una domanda a Cassiopea.
E' la seconda volta che fai una affermazione sullo stile di quella riportata nella citazione.
L'altra volta è stata ..
se volete sapere di più acquistate come ho fatto io, i corsi di Carlo Ferrari, e ve ne renderete conto, perchè dovrei darvi queste informazioni gratis,
Con tutto il rispetto per le tue idee, legittime ci mancherebbe altro, mi domando: " Ma in un forum di discussione sul restauro, caratterizzato pressochè esclusivamente da domande e risposte, queste ultime a loro volta generatrici di confronti anche vivaci, ha diritto di cittadinanza una affermazione come la tua?"
E ancora: "Quando invece decidi di rispondere ad un quesito come hai fatto in altri post perchè lo fai? Perchè la risposta è banale? Perchè attribuisci poco valore il contenuto della medesima?"
E' consuetudine, non sempre rispettata, e buona educazione, quando si interviene in un forum, rispondere coerentemente con l'oggetto dato. In questo caso si tratta di: "Teoria e pratica .... ecco il restauro che vorrei". E' sempre utile la critica purchè sia costruttiva, quindi chiedo a Cassiopea di continuare a porre in discussione le idee altrui ma di iniziare anche a costruire in base alla sua esperienza, altrimenti perderà presto il credito e la stima che le sono stati attribuiti. Anni fa riguardo il discusso restauro del David il soprintendente ha dichiarato: "Come facciamo sbagliamo. Non importa, noi continueremo ad operare". Nessuno è immune dalle critiche perchè restaurare significa compiere delle scelte e quando si opta per un percorso si avranno necessariamente dei detrattori. L'importante è aver agito con coerenza ed avere l'imprescindibile umiltà nel riconoscere i propri errori. Nascondersi dietro al "No comment" è indice di vigliaccheria, malafede e/o colpevolezza. sono uscita abbastanza dal tema dato quindi riprovo a lanciare un sasso: quando la lucidatura è effettuata con l'ausilio delle oleoresine trovo abbastanza difficoltoso procedere con la seppiatura (carta seppia 1000 e olio). Qulcuno ha qualche soluzione migliore della pagliettatura, la quale lascia solchi che fanno perdere un'infinità di tempo per essere colmati?
[quotquando la lucidatura è effettuata con l'ausilio delle oleoresine trovo abbastanza difficoltoso procedere con la seppiatura (carta seppia 1000 e olio). Qulcuno ha qualche soluzione migliore della pagliettatura, la quale lascia solchi che fanno perdere un'infinità di tempo per essere colmati?e]
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sono giorni di febbre ma nn riesco a capire .... puoi essere piu' chiara ?
vuoi forse dire che fai un fondo con OIL e prima di iniziare a stoppinare .............................................?
notate la classe con la quale ho inserito la citazione ;D ;D
Non so come siano eseguite ma noto una finitura più resistente e difficile da riprendere. Io uso solo qualche goccia di olio di lino cotto mentre stoppino perchè trovo che imbibire il legno prima spesso lo scurisca troppo e renda difficile alla gl penetrare nel poro. Non è scritto nelle tavole della Legge ed è opinabile!
x aporia
in alternativa alla pagliettatura a mano asciutta prova con polvere di pomice tirata con uno straccio.. 😉
Grazie! Mi toccherà tornare a comprare la pomice ma ho giusto un mio tavolino da riprendere così proverò presto.