Il laboratorio del doratore
Il laboratorio del doratore deve avere alcuni requisiti essenziali al fine di poter svolgere un buon lavoro di restauro.
Requisiti del laboratorio
Focus: Il laboratorio del doratore deve essere asciutto, arieggiato, comodo, ordinato e ben illuminato. La pulizia è fondamentale, specialmente per eliminare la polvere.
Il laboratorio del doratore deve avere alcuni requisiti essenziali al fine di poter svolgere un buon lavoro di restauro.
Prima di tutto il luogo deve essere asciutto, arieggiato, comodo e ordinato. L’illuminazione deve essere abbondante, e può essere naturale o, in mancanza di essa, riprodotta artificialmente con lampade a “luce solare”.
Infine il locale adibito a laboratorio de doratore deve essere ben pulito, facendo attenzione specialmente all’eliminazione della polvere. Anche tutti i strumenti impiegati per la doratura devono essere puliti.
Leggi gli altri articoli del Ciclo della doratura
- Tecnica della doratura
- Il Restauro della doratura
- Il laboratorio del doratore
- Doratura a guazzo
- Doratura a guazzo con foglie a imitazione
- Doratura a missione
- Doratura a mecca
- Doratura a vernice
- Doratura a pastiglia e a polvere
- Il ricettario del doratore
Materiali
Focus: Include oro zecchino in foglia, oro in polvere, oro in conchiglia, oro falso, argento in foglia, argento in polvere e argento falso.
Vediamo ora cosa non deve mancare nel laboratorio di restauro del doratore:
I metalli
Oro zecchino in foglia
L’ oro è un metallo prezioso, di colore giallo-rossastro, lucidissimo se levigato, molle e duttile. È inalterabile all’aria e non è quasi mai impiegato allo stato puro perché troppo molle e legato all’argento o al rame che lo rendono più duro.
È abbastanza diffuso in natura in piccole quantità e più precisamente nei terreni alluvionali o nelle rocce quarzose qua e là disseminato solo o unito a altri minerali, o argento, pirite, sotto forma di pagliuzze, polveri e granelli.
L’oro adoperato nel restauro della doratura si presenta in fogli raccolti in libretti (oro in foglia). Ciò avviene riducendo l’oro in fogli molto sottili di spessore variabile da mm. 0,00001 a mm. 0,00008 o anche minore. Per queste caratteristiche non si può maneggiare con le dita. L’applicazione è laboriosa ma i risultati sono eccellenti.
Il costo del libretto varia a seconda dei carati dell’oro cioè della sua più o meno purezza.
Oro in polvere
L’oro in polvere si ottiene macinando in polvere finissima l’oro puro, da mischiare con idoneo legante (solitamente si impiega la gomma arabica) per ottenere un colore adatto a realizzare decorazioni su i più svariati supporti.
Oro in conchiglia
L’oro in conchiglia è oro puro macinato in polvere finissima e mischiato con gomma arabica. Bagnato con acqua demineralizzata si stende come una tempera e si ottiene l’effetto della foglia d’oro.
Oro falso
È detto comunemente “orone” o “oro imitazione” ed è costituito in gran parte da rame (80-85%) unito ad altri metalli (solitamente zinco) in quantità diversa. Il suo colore è più o meno giallo come l’oro vero però meno lucente quando è levigato. Anch’esso si presenta in fogli sottili (oro imitazione in foglia), di spessore leggermente superiore all’oro e per questo risulta più facile e comoda la sua applicazione e maneggevolezza.
Argento in foglia
Metallo nobile, il più malleabile dopo l’oro, il più bianco e duttile. Il suo peso specifico è di 10,5. Fonde a 960°, assorbendo ossigeno dall’aria, che rilascia poi raffreddandosi. Ad un’altissima temperatura, può essere trasformato in vapori, che sono verdastri. È naturalmente molto molle; perciò lo si allega al rame per renderlo più duro. Non si ossida all’aria, né a caldo né a freddo ma bensì in contatto con ozono. È alterabilissimo alle esalazioni solfidriche le quali lo anneriscono. A contatto prolungato dei sali da cucina (cloruro di sodio) si corrode assumendo un colore nero-verdastro.
È particolarmente diffuso sotto forma di cristalli, lamine, filamenti, masse più o meno voluminose, in Cile, Bolivia, Messico, Perù, Australia, Spagna e in Italia in Sardegna.
Come l’oro per il restauro si presenta in fogli sottili che costituiscono il libretto (argento in foglia). Tali fogli hanno spessore fino a mm. 0,000025.
Argento in polvere
L’argento in polvere si ottiene macinando in polvere finissima l’argento puro, da mischiare con idoneo legante (solitamente si impiega la gomma arabica) per ottenere un colore adatto a realizzare decorazioni su i più svariati supporti.
Argento falso
L’argento imitazione è costituito da alluminio puro e si presenta in libretti che contengono fogli in quantità variabile. L’alluminio è un metallo di colore simile all’argento e molto lucente, malleabile e duttile. Ha il pregio di essere inalterabile all’aria a qualunque temperatura.
I materiali
Gesso di Bologna
Si tratta di solfato di calcio idrato (in sostituzione può essere impiegato anche il Bianco di Meudon). Ha una morbidezza al tatto unica, data dalla finezza della grana di cui è composto. Non va mai fatto bollire per evitare la formazione di grumi che sono dannosi alla plastica compattezza dell’insieme. Va pertanto sciolto a bagnomaria. Nel laboratorio del doratore si conserva in un luogo asciutto, teme l’umidità.
Colla di Coniglio (colla lapin)
Si ottiene dalla pelle di coniglio immersa in un bagno di acqua di calce. Rispetto alla colla d’ossa in perle (disponibile anche come colla d’ossa in lastre, colla d’ossa pronta e colla animale liquida pronta all’uso), la colla di coniglio possiede una tenacia di incollaggio inferiore. Ciò la rende ideale per la delicata preparazione dell’ingessatura. La colla di coniglio va sciolta a bagnomaria e la proporzione tra colla ed acqua deve essere di 1 a 7. Si usa calda ma non bollente. Va conservata in un barattolo di vetro chiuso. In alternativa è possibile preparare la colletta utilizzando della Colla di Coniglio Pronta
Colla di pesce (ittiocolla)
Si ricava dalla vescica natatoria di alcune specie di pesci quali storioni ed affini. Si trova in commercio sotto forma di scaglie trasparenti che vanno lasciate in acqua per circa 24 ore prima dell’uso. Dopo aver fatto decantare l’acqua in eccesso si scioglie a bagnomaria. A differenza delle altre colle non aumenta di molto il suo volume. Va usata solo per far aderire la foglia d’oro al bolo.
Bolo Armeno
È un’argilla particolare che serve da base all’oro. È facile notarlo nelle vecchie dorature, nei punti in cui l’oro si sia consumato. Può essere di due tre colori: color terra rossa (bolo rosso), color terra di Siena naturale (bolo giallo) e color nero (bolo nero). Va diluito con colla fino a raggiungere una consistenza leggera. Va passato con un pennello di martora con una sola pennellata leggera, sempre dopo averlo scaldato a bagnomaria. Appena tolta la quantità occorrente conviene richiudere il barattolo con cura.
Sverniciatore
Utile per togliere l’eventuale porporina applicata per coprire le mancanze di foglia d’oro su un oggetto.
Gli strumenti
Focus: Cuscino da doratore, coltello da doratore, pennellessa da doratore, brunitoi, spugne naturali, spatole d’acciaio, raschietti da doratore, fornellino elettrico, lana d’acciaio finissima, carta abrasiva e bisturi
Cuscino da doratore
È uno strumento indispensabile per stendere la foglia oro per poi tagliarla nella misura necessaria alla decorazione.
Coltello da doratore
Si usa per tagliare la foglia d’oro. La lama non deve essere toccata con le dita, in tal caso va sgrassata con dell’alcool. Ogni tanto va affilata con carta abrasiva finissima. Non va mai fatta toccare con altre parti in metallo per non creare dei “denti” sul filo della lama. Non deve tagliare la pelle del cuscino, altrimenti vuol dire che l’affilatura è stata fatta in modo errato (eccessivo). È utile anche per prelevare la foglia dal libretto e portarla sul cuscinetto.
Pennellessa da doratore
Realizzata in morbidissimo pelo di vajo, serve per prendere la foglia d’oro, precedentemente tagliata, e stenderla sulla superficie da dorare.
Brunitoio
Conosciuto anche come Pietra d’Agata è uno strumento che serve a comprimere l’oro una volta asciutto il bolo sottostante. È composto dal manico ed una pietra d’agata (con superficie estremamente liscia). Tramite questa operazione (detta anche brunitura) si fissa e si lucida la foglia che diventerà un tutt’uno con la base di gesso e bolo. È l’operazione finale della lavorazione e anche la più soddisfacente.
Spugne naturali
Usate per lavare e pulire le superfici o per distendere mordente o turapori al posto dei pennelli.
Spatole d’acciaio
Di forma e grandezza variabile, vengono utilizzate soprattutto per stuccare o per modellare le decorazioni.
Raschietti da doratore
Realizzati in acciaio e disponibili in diverse forme e grandezze, sono uno strumento indispensabile per togliere delicatamente, una volta asciutto il gesso, gli eccessi e le imperfezioni della superficie stuccata, in modo da ravvivare spigoli e motivi ornamentali. Sono chiamati anche ferri a riparare.
Fornellino elettrico
Serve per la preparazione a bagnomaria delle diverso colel utilizzate nella doratura.
Carta abrasiva
Serve per levigare lo stucco rendendo la superficie liscia.
Lana d’acciaio finissima
La lana d’acciaio con grana finissima “0000”, può essere impiegata ogni qualvolta si voglia ottenere una superficie perfettamente levigata.
Bisturi
Sul manico bisturi possono essere montate lame di varie forme, necessarie nel caso di incrostazioni, vecchie stuccature, vecchie incollature, parti ricostruite malamente. Queste dapprima vanno ammorbidite (per esempio con olio paglierino, acqua demineralizzata o olio di vaselina nel caso di gesso) e poi si rimuovono con molta delicatezza e cautela con il bisturi.
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