Il liutaio
I LEGNI IMPIEGATI
La cassa armonica, è usualmente costruita in Acero di monte (Acer pseudoplatanus- fam. Aceraceae) che, con la caratteristica marezzatura (dovuta alla irregolarità della fibratura), è usato per la composizione del dorso e delle fasce, mentre per il coperchio è verosimilmente impiegato l’Abete rosso Peccio (Picea abies, fam. Pinaceae), la cui limitata selezione classificata come legno di risonanza , risulta avere precise caratteristiche legate ad un lento e regolare accrescimento della pianta che, con la sua fibra legnosa , lunga, leggera ed elastica, assicura delle ottimali caratteristiche acustiche.
Ho usato l’avverbio verosimilmente, in quanto data la coincidenza dei caratteri macroscopici questa specie legnosa può, nella consuetudine commerciale, essere facilmente sostituita con la specie Abete bianco (Abies Alba, Pinaceae) vero che, le indagini svolte dai botanici forestali hanno consentito di individuare poche stazioni climatiche (la più famosa è quella di Paneveggio -Trento-), tali da garantire condizioni ideali per l’accrescimento regolare e costante degli anelli annuali i quali, con la loro cadenzata regolarità conferiscono al legno omoxilo (con struttura omogenea) dell’abete queste peculiari caratteristiche fisico-meccaniche.
Per la costruzione del manico col ricciolo, della tastiera, cordiera e della mentoniera, vengono usati rispettivamente Acero e/o Bosso, con preziosi accostamenti a latifoglie tropicali, ed esattamente, Ebano, Palissandro (del tipo asiatico), il Wengè, o il colorato Padouk africano, mentre per il ponticello, vengono usati comunemente i più chiari Bosso e Platano, quest’ultimo provvisto di lucenti e caratteristiche specchiature.
Il sig. Guido, mi ha poi trattenuto sulla sensibilità che il liutaio deve possedere sui polpastrelli, affinchè sia apprezzabile al tatto, la pasta legnosa di cui è composto il pezzo da lavorarsi, giusto per poter meglio indirizzare la lavorazione al risultato finale voluto, correggendo quindi altri fattori, come, ad esempio una maggior pesantezza del legno, e/o la diversa finezza della tessitura legnosa.
Tali capacità, possono essere acquisite ed affinate solo nella pratica di tanti anni di lavoro, dove la sensibilità tattile, diventa utensile di base , propedeutico all’uso degli svariati tipi di sgorbie ed anche per le applicazioni dei minuti e delicati elementi compositivi dello strumento, oltre ad una buona manualità richiesta nella fase di scartatura con diverse carte abrasive è qui che l’ opera di aggiustaggio diventa una disciplina rigorosa, determinante all’aspetto definitivo del prezioso manufatto.