Il Restauro della Madonnina del Grappa: seconda parte
Il Restauro della Madonnina del Grappa, una scultura storica di grande valore culturale e artistico ma anche simbolo di Speranza e Rinascita.
Fonte: Ezio Flammia
Introduzione
Focus: Presentazione della Madonnina del Grappa e del suo significato storico e culturale.
il 13 dicembre 2024, la Madonnina del Grappa mi è stata consegnata, con le dovute cautele, da Laura Belisario e Donato Bufo, quest’ultimo è il Presidente della Pro Loco di Castiglione Messer Raimondo. Entrambi mi hanno manifestato l’amore e il rapporto che hanno con la statua. Mi hanno riferito che la Madonnina è parte integrante della religiosità e della storia della loro comunità e, avendo a cuore la tutela delle tradizioni e le sorti economiche e culturali del loro paese, vorrebbero vederla risanata per tramandarla alle future generazioni.
La Madonnina del Grappa, dunque, è un’opera importante per i castiglionesi, da quello culturale e religioso a quello storico e celebrativo, per tutto questo, Laura e Donato, anche a nome dei conterranei, si sono affidati alla mia esperienza per il restauro dell’opera.
Ho appreso, da un sito storico di Castiglione M. Raimondo, che all’epoca in cui fu inaugurata l’edicola con la Madonnina del Grappa, nel Parco della Rimembranza, l’evento fu salutato come inizio “dei primi lavori che segnò la rinascita del paese”. Il Parco, oltretutto, fu “dedicato al Tenente Colonnello Gennaro Pensieri un’importante figura storia dell’epoca che merita di essere valorizzata in quanto militare pluridecorato, ma al soprattutto una “persona d’animo buono e generosa con i più bisognosi “(Laura Belisario).
Donato e Laura, durante il nostro incontro, mi hanno espresso il desiderio d’inaugurare la statua restaurata, in occasione del 25 aprile, Anniversario della Liberazione d’Italia dall’occupazione nazifascista e fine della Seconda guerra mondiale. La ricorrenza che quest’anno celebra 80 anni dalla fine dek conflitto, si segnala non solo per i castiglionesi, ma per tutti gli italiani e per i milioni di cittadini della Comunità Europea per un periodo di PACE che oggi sembra in pericolo.
La Madonnina, quindi, tra i tanti valori che le hanno conferito i fedeli è onorata come paladina della PACE, la sua venerazione, per quanto detto, assume in questo momento storico, una rilevanza particolare.
Opera di grande valore artistico e iconografico
Guacci doveva conoscere bene i valori simbolici attribuiti alla Grande Mutilata, per cui, li ha voluti far emergere con più forza nella sua Madonnina realizzandola in formato ridotto (altezza cm120) e con un materiale povero che mirabilmente simulava la ghisa bronzata, la materia con cui fu fusa l’opera e a cui faceva riferimento.
Saranno state le misure ridotte della statua a confronto di quella di Cima Grappa alta due metri e le perfette e morbide forme modellate, oltre alle naturali movenze delle pieghe della veste e del manto della Madonnina o forsanche il sereno volto affabile della Vergine e quello paffuto e amabile del bimbo che ha in braccio che subito (noi presenti), siamo stati attratti e affascinati da quest’opera.
La scultura castiglionese è la consueta rappresentazione della madre-Madonna con il bimbo-Gesù in braccio che stringe una piccola croce, presagio del suo martirio. Questa iconografia è ed è stata la più rappresentata, sin dagli albori del cristianesimo da artisti eccelsi e di modeste qualità, in tutte le dimensioni e con qualsiasi tecnica, nonostante ciò, la Madonnina castiglionese meraviglia e suggestiona per come è realizzata.
La Madre-Madonna col Bambino-Gesù come simulacro divino, il più delle volte è stato raffigurato in forma iconica, come simbolo di venerazione mariana, ma Guacci, come solo i grandi artisti sanno fare, pur rifacendo la Madonna del Monte Grappa, ha voluto rappresentare una mamma adespota con in braccio il suo adorato bimbo paffuto come se volesse traslare una scena consueta e naturale in un evento sovrumano. La fascinazione di questa scena esteriormente quotidiana e familiare per com’è realizzata è stupefacente.
Per concludere la descrizione senza altri preliminari, i sopranominati presenti allo svelamento dell’opera, subito si sono resi conto di trovarsi al cospetto di un’opera dai valori d’arte straordinari.
Considerazioni artistiche
Guacci, eccellente scultore e insigne cartapestaio, maestro di altri cartapestai, ha realizzato la Madonnina del Grappa come meglio non si poteva. Egli si è giovato della materia cartacea per simulare una lega metallica difficile da raffigurare. La cartapesta, per le sue duttili qualità applicative, è l’unica che può imitare gli aspetti esteriori delle altre arti. Si conoscono opere di cartapesta che all’apparenza si credono di materiali preziosi, come i due angeli “capialtare” della chiesa della Certosa di San Martino a Napoli. I due angeli che a vederli sembrano d’ argento cesellato, furono realizzati in cartapesta da Giuseppe Sanmartino, un artista tra i più rinomati del ‘700 (famoso per il marmo del “Cristo velato” nella Cappella Sannazzaro di Napoli).
“I due angeli modellati in cartapesta rivestita di foglia d’argento, riflettenti i colori della sfarzosa chiesa, sono rappresentati mentre, appena scesi dal cielo, si poggiano sui piedistalli ai lati dell’altare del tempio certosino. Le due creature celesti, a grandezza naturale, alti 158 cm, hanno sembianze di giovanetti dalle morbide membra avvolte da tuniche svolazzanti, con le ali dettagliatamente piumate dove ogni elemento è cesellato come se fosse di prezioso metallo.
Sanmartino voleva dare l’impressione che le sculture fossero di argento vero o almeno come appariranno quando saranno tradotte nel metallo, per cui eseguì il rivestimento con una perizia incredibile. Infatti, si fa fatica a immaginare che le sculture siano di umile cartapesta. Gli angeli del 1768 furono eseguiti come esempi di prova di due sculture da tradurre in argento dopo che l’altare in pietre dure progettato da Francesco Solimena fosse ultimato.“
(tratto da “Storia dell’arte della cartapesta” di Ezio Flammia Introduzione di Claudio Strinati. Roma 2017)
Dopo quanto descritto, vi lascio immaginare il mio stato d’animo.
Appena Laura e Donato sono andati via per il rientro a Castiglione, mi sono messo all’opera, studiando nei dettagli il progetto di restauro a cui, sommariamente, si è fatto accenno nella precedente articolo.
Condizioni della Scultura Prima del Restauro
Focus: Descrizione delle condizioni della Madonnina del Grappa prima dell’intervento di restauro, inclusi i danni e il degrado.
Ancora una volta ho dovuto costatare, a mie spese, che un conto è esaminare le foto di un’opera per un restauro e altro è analizzare la stessa opera dal vivo. Alcuni particolari importanti non sono stati nemmeno documentati perché occultati dal punto di vista di chi fotografava. Difatti, non sono risultati il mignolo della mano destra delle Madonnina che evidentemente in passato si è staccato e si è perso e la pianta del piede destro del Bambino distrutta.
Questo piede molto rovinato per aver subito un urto violento è stato realizzato dentro un doppio stampo con carta molto fibrosa, tipo bambagina. Da uno stampo è stata ricavata la parte superiore del piede (dorso) e da un altro quella inferiore (pianta).
La scultura oltre al degrado descritto in precedenza è piena di schizzi di color bianco lavabile. Gli schizzi, che maggiormente si notano alla base della scultura, sono numerosissimi e molti di piccole dimensioni alcuni non più grandi di una capocchia di spillo.
La base di legno risultava molto tarlata tale da pregiudicare la stabilità della scultura. La parte interna era piena di ragnatele, vari tipi di ragni e di insetti, per cui, si è applicato a pennello un prodotto per la disinfestazione della base (anti-insetticida) e poi un prodotto antitarlo (Xylamon).
Altra situazione, non rilevata nella precedente analisi, è che l’opera, in passato, è stata sottoposta ad un restauro manutentivo, lo si può costatare da alcune lacune non risanate e ridipinte con lo stesso tono cromatico della statua.
Questo dimostra che l’intervento manutentivo si era reso necessario per attutire il colore bianco delle lacune causate dal sollevamento e dalla conseguente caduta del colore e parte della sottostante preparazione a gesso e coniglio. Le lacune non furono stuccate, furono solo dipinte forse perché considerate non importanti, difatti, si notano solo con luce radente.
Altra nota da evidenziare è che la Madonnina aveva uno scettro che reggeva con la mano destra. Questo l’ho notato in una foto storica della Madonnina che mi è stata gentilmente invitata dal Signor Mauro Giangrande, un castiglionese che come lui mi ha scritto frequentava il Parco della Rimembranza “soprattutto d’estate per catturare un po’ di fresco all’ombra dei pini secolari“. La stessa foto, meglio definita, mi è stata inviata da Laura Belisario.
Interventi di Restauro
Focus: Descrizione dettagliata degli interventi effettuati, come la disinfestazione, la pulitura e la riparazione dei danni.
Disinfestazione
Si è provveduto ad eliminare la polvere che ancora persisteva sulla superficie della statua tramite pennelli morbidissimi.
Un primo trattamento di disinfestazione (tipo camera a gas) è stato effettuato chiudendo la Madonnina in una grossa busta di cellofan dopo aver nebulizzato la superficie della scultura con acqua e ammonica al 40%. La stessa miscela contenuta in due vasetti aperti è stata fatta evaporate all’interno dell’involucro per la durata di tre giorni.
Un secondo trattamento tipo camera a gas fungicida per la durata di otto giorni è stato effettuato lasciando evaporare del liquido a base di estratto di Piretro (Kenyafog) all’interno dell’involucro contenente la statua.
Trascorsi i giorni per la disinfestazione e liberata la scultura dall’involucro, l’opera è stata lasciata ad evaporare per eliminare i residui del trattamento.
Pulitura del film pittorico.
È stata utilizzata Anacrosina, un preparato a base di tensioattivi e ammonio bicarbonato in soluzione acquosa. Il prodotto è stato impiegato con batuffoli di ovatta avvolti sulla punta di uno stecco di legno. Con questo sistema non invasivo si è potuto eliminare gran parte dello strato di polvere e residui di sporco.
Gli schizzi di colore bianco lavabile sono stati eliminati meccanicamente con il bisturi.