In ricordo di Maria Signorelli
Dietro ogni opera della Signorelli c’era un mondo fantastico e colto che aveva maturato s’in dall’infanzia tra le mura domestiche.
Fonte: Ezio Flammia – Foto di copertina: Rosina e Figaro, marionette di Maria Signorelli per il Barbiere di Siviglia
Maria Signorelli
Focus: Artista e sperimentatrice di materiali, famosa per le sue creazioni di burattini, marionette e maschere.
Maria Signorelli (17 novembre 1908/ 9 luglio 1992) è stata un’abile sperimentatrice di materiali di qualsiasi genere e provenienza che riusciva a trasformare con naturalezza in “creature” per i suoi numerosi spettacoli, era anche incline a utilizzare soprattutto le stoffe, e altri materiali modellabili per costruire teste e corpi morbidi di marottes, di maschere e altro.
Per alcuni lavori dalle superfici omogenee, Maria Signorelli adoperava la garza a trama fitta. Teste di marottes e alcune maschere eseguite con la garza gessata, le ha utilizzate anche per uno spettacolo ispirato alla Divina Commedia dei primi anni Ottanta. Lo spettacolo si avvaleva di un numero considerevole di burattini. Alcuni di questi e un paio di maschere sono stati esposti presso l’Accademia Nazionale dei Lincei per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante.
Dietro ogni opera della Signorelli c’era un mondo fantastico e colto che aveva maturato s’in dall’infanzia tra le mura domestiche. I suoi genitori, il padre amico di pittori celebri e la madre amica e biografa di Eleonora Duse, avevano dato vita ad un Salotto Letterario nel palazzetto Bonaparte in via XX Settembre a Roma. Lei dopo gli studi classici si era iscritta all’Accademia di Belle Arti, in quegli anni frequentava “lo studio romano di scenografia del Teatro Reale, diretto da Nicola Benois”, un artista russo venuto in Italia dopo aver lavorato in Francia. Benois per i suoi spettacolari allestimenti, diventò lo scenografo principale del Teatro alla Scala, dove collaborò con grandi registi tra cui Luchino Visconti.
La Carriera Maria Signorelli
Focus: Ha collaborato con importanti artisti e teatri, esponendo le sue opere in Italia e all’estero.
Maria Signorelli con un bagaglio di notevole cultura artistica iniziò a creare i primi fantocci che espose nel 1929 alla Casa d’Arte Bragaglia in via degli Avignonesi considerata una fucina d’arte all’avanguardia che “guardava ai ritmi velocissimi dei “futuristi”. Una seconda mostra presso la Galleria Zac di Parigi fu presentata da Giorgio De Chirico. Seguì un lungo soggiorno di studi a Berlino dove espose alla famosa “Gallerie Gurlitt” di Potsdamer Platz. Al rientro in Italia iniziò un’intensa collaborazione con Anton Giulio Bragaglia, il più celebre dei fratelli Bragaglia con il quale realizzò “numerosi spettacoli allestiti al Teatro degli Indipendenti e poi al Teatro delle Arti” (G.Volpicelli).
Contributi
Focus: Fondatrice della compagnia “Opera dei Burattini” e autrice di numerosi libri sull’arte e la tecnica dell’animazione.
Da qui ebbe inizio una continua e vigorosa attività creativa che si concretizzò in spettacoli memorabili che hanno contribuito a nobilitare la storia del Teatro di Figura. Come se ciò non bastasse, fondò nel 1947 la compagnia l’”Opera dei Burattini”, anche questa era una fucina d’arte cui collaborarono “artisti di vaglia, come Lina e Job Wertmuller, Gabriele Ferzetti e Scilla Brini (tra gli attori), Enrico Prampolini, Ruggero Savinio e Toti Scialoja (tra i pittori scenografi), Ennio Porrino, Vieri Tosatti e Roman Wlad (tra i compositori), Margherita Wallman e Giuseppe De Martino (tra i registi) ”.
Al repertorio per adulti, ”attratti da messinscena di grande poesia”, l’Opera dei Burattini realizzò spettacoli per l’infanzia i cui burattini svelavano “un mondo di fiaba che non mancava di valenze educative”.
L’elenco degli spettacoli che realizzò la Signorelli è enorme, ognuno meriterebbe di essere commentato adeguatamente per le novità sceniche apportate e soprattutto perché rappresentavano una tappa della Storia del Teatro di Figura e non solo.
Riconoscimenti
Focus: Membro del Consiglio Mondiale dell’UNIMA e onorata con un corso di teatro d’animazione al DAMS di Bologna.
Questi spettacoli accrebbero la fama della burattinaia anche oltre i confini italiani. Lei fu membro del Consiglio Mondiale Dell’UNIMA e più volte della stessa organizzazione presidente onorario nel nostro paese.
Il prestigio della Signorelli fu tale che nel 1972 il DAMS di Bologna istituì, appositamente per lei, il “corso di teatro d’animazione”. Anche in questo settore il suo impegno fu incisivo, difatti pubblicò numerosi libri che divulgarono l’arte e la tecnica d’animazione.
L’impegno e la passione della Signorelli non si sono fermati al mondo della creatività del teatro di figura o anche a quello della didattica del teatro d’animazione, lei nel corso degli anni fu animata da una “appassionata attività di collezionista [che] la port[ò] anche all’allestimento di un gran numero di mostre in Italia e all’estero sul teatro di figura di tutte le epoche. Nel contempo sono numerose le mostre che delle sue creazioni vengono allestite in Italia e nel mondo” (G. Volpicelli).
Moltissimi fantocci della Signorelli, unitamente ai burattini e alle marionette della sua Collezione le ho fotografati e toccati con le mani poiché sono stati restaurati da mia moglie Grazia della Valle che da molti anni è la restauratrice di fiducia di Giuseppina Volpicelli la figlia della Signorelli.
Un prezioso ricordo di Maria Signorelli (n.d.r.)
L’amico Ezio Flammia, autore di questa breve biografia della scenografa, è stato un grande ammiratore e stimatore di Maria Signorelli, la quale riconobbe in lui un grande artista che, come lei, amava sperimentare materiali antichi per le sue creazioni in cartapesta e in altro materiale politecnico.
In questo rapporto di amicizia e stima la Signorelli ebbe a scrivere all’artista Ezio Flammia esprimendogli la sua stima e nel contempo rammaricandosi di non essere riuscita a scrivere di più sulle sue opere. Queste righe scritte di suo pugno possono ritenersi un vero e proprio cimelio in quanto difficilmente la grande burattinaia si avventurava in recensioni critiche.
Di seguito riporto con estremo piacere la preziosa lettera che la Signorelli ha inviato ad Ezio Flammia seguita dalla sua trascrizione:
Trascizione della lettera che Maria Signorelli ha inviato a Ezio Flammia
Roma 4- III-1992
Caro Ezio Flammia.
Da una spalliera di una seggiola davanti al mio tavolo di lavoro, pende una busta di plastica nella quale sono racchiusi tutti i programmi delle Mostre delle sue opere, da quello che presi quando venni a visitarne una…via via a tutte le altre. Ma quando guardo quella busta o, come oggi, ricevo un nuovo programma, un gran senso di colpa mi assale. È il rimorso di non aver ancora mantenuto la promessa di esternare su un foglietto di carta le mie impressioni su quanto vidi e su quanto più mi colpì del suo operato.
Tornata a casa, ancora sotto l’influenza di quanto avevo visto, scrissi poche righe. Avrei voluto continuare e aggiungere a queste prime, altre impressioni sulle altre creazioni fra le quali le marionette, che conosco da tempo. Ma qualcosa, allora, mi distrasse e il filo che seguivo su quanto avevo visto si spezzò.
Le mando ora quelle poche righe, cui non ho saputo dare un seguito e che non credo, a distanza di tanto tempo, potrò più dare.
“Chi pensasse che le Maschere di Ezio Flammia acquistino vitalità, se indossate da attori o mimi, come abitualmente accade, si sbaglia. Queste maschere non hanno bisogno di alcun supporto per esprimere quanto l’autore di esse vi ha impresso.
È solo grazie alla loro elaborata e sapiente struttura che le si sente e le si vede vive, lontane o vicine, secondo come il Flammia sapientemente le dispone, esse attirano lo spettatore a penetrare, attraverso le buie cavità di occhi e bocche, nel loro interno, quasi che in esso fosse racchiusa le loro vitalità.
Ma osservandole più attentamente viene il sospetto che la loro intima essenza abbia talvolta prevalso sulla volontà del Flammia, artista politecnico, per esplodere in accorgimenti tecnici, fino ad allora, allo stesso Flammia ignoti.
Si può intravvedere il segreto di ciò nei suoi disegni, spesso disegni preparatori a tali maschere, dove entra a far parte dell’elaborato ogni insospettata incidenza quale può essere una macchia, un precedente disegno o scritto.
Il Flammia si guarda bene dal cancellarli perché proprio da questi partirà il senso più intimo di quanto ha iniziato a fare, e schivo di essi, con matite di vario spessore e colore, ne ricalcherà, ne ingrandirà, ne sfumerà i contorni fino a che da questo intrico di linee, uscirà l’immagine che vi era nascosta, e che proporrà a noi spettatori… “
Purtroppo non posso ora aggiungere altro, se non salutarla con grande affetto e augurarle tanti successi.
Lettera redatta dalla grande burattinai Maria Signorelli a pochi mesi prima che venisse a mancare. La lettera è stata pubblicata nel catalogo della mia mostra a Wuppertal presso lo Schauspielhaus, dove aveva la sede la scuola di Philippine Bausch detta Pina (Solingen, 27 luglio 1940 – Wuppertal, 30 giugno 2009)