La Chiesa di Anzola: l’interno (I)
E’ ad una sola navata, con la Cappella maggiore alta tre scalini dal piano pavimentato della fabbrica ed anticamente cintata da una balaustra in noce, poi sostituita da una elegante balaustra in marmo.Le cappelle laterali sono sei (tre sul lato destro e tre sul lato sinistro) e tutte con il soffitto a volta.
Lo stile, la controfacciata e le cappelle su lato destro
Stile
L’ interno della chiesa è caratterizzato da circa quaranta colonne che sorreggono il complesso architettonico che costituisce la volta dell’edificio.
E’ ad una sola navata, con la Cappella maggiore alta tre scalini dal piano pavimentato della fabbrica ed anticamente cintata da una balaustra in noce, poi sostituita da una elegante balaustra in marmo.Le cappelle laterali sono sei (tre sul lato destro e tre sul lato sinistro) e tutte con il soffitto a volta. Dalla parte opposta, sul lato sinistro ed accanto alla porta che consentiva l’ uscita laterale dalla chiesa, originalmente c era un altare fuori cappella dedicato a S.Rosalia, soppresso dopo il 1775. |
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L’ altare maggiore dopo i lavori direstauro del 1908. Si vede chiaramente che le colonne e la parte superiore dell’arco trionfale non hanno gli affreschi decorativi attuali |
Il complesso parrocchiale, con chiesa, oratorio e canonica, si presenta come un aggregazione di ambienti e edifici di epoche diverse (la canonica è la più antica e risale a prima del XVII secolo), con linee costruttive e stili architettonici che non avendo una matrice comune pare abbiano seguito i fatti d epoca, i gusti e la personalità degli uomini e dei parroci che si sono susseguiti nella guida della parrocchia.
1912: Una domenica davanti alla Chiesa
Infatti, la chiesa attuale vide iniziare la sua costruzione nella prima metà del Seicento, con lavori proseguiti nella seconda metà di quel secolo e nel Settecento, subendo poi, nel XIX secolo, mutamenti interni sostanziali negli spazi e negli elementi decorativi. All’interno si possono distinguere due stili: uno barocco e l’ altro classicheggiante, con una loro alternanza armonica che non segna contrasti particolari.
La sobria eleganza delle cappelle segna un momento a sé stante, così come l’ampia ed altissima volta dell’unica navata si innesta negli snodi degli archi e del coro, e l’ampia affrescatura pittorica distoglie lo sguardo dalla congiunzione con i punti di trabeazione delle colonne.
Il tono elegante e severo degli interni si collega ai momenti barocchi costituiti dagli ornati e dai cartigli posti a coronamento degli archi delle cappelle, per terminare nell’arco trionfale posto davanti all’abside e nello spazio riservato al presbiterio.
Colonne
Le colonne che sorreggono la volta della chiesa erano originalmente bianche, così come le pareti laterali dell’edificio, e la loro attuale decorazione è da fare risalire ad un pittore e decoratore che fu ospite (nella triste qualità di “sfollato”) del parroco mons. Cleto Capitani negli anni più duri della seconda guerra mondiale.
Per ricompensare il parroco, e per guadagnare qualcosa che rendesse meno gravoso il suo stato di sfollato, fra il 1942 e il 1943 si assunse il compito di decorare la navata centrale, le colonne laterali e le parti dei muri laterali oggi dipinti, e questo grande lavoro è ricordato in un cartiglio affrescato sulla parete interna sovrastante l’ingresso principale.
Quadreria
Sulle pareti laterali della navata, in alto e al centro, vi sono due grandi quadri rettangolari, della scuola bolognese del Settecento ma, purtroppo, di autore ignoto. Essi sono descritti da un elegante cartiglio di foggia barocca, in cui una scritta in latino spiega che il quadro di destra rappresenta la caduta di S.Paolo da cavallo e la sua conversione sulla via di Damasco, e quello di sinistra il Cristo che consegna le chiavi del Regno a S.Pietro.
Fonte battesimale
Nell’introdurre le note storiche relative alla chiesa, si è spiegato come essa fosse considerata fin dai tempi più antichi una Pieve ed avesse quindi il diritto di possedere un fonte battesimale.
Quindi, il bellissimo fonte battesimale oggi collocato su lato destro del presbiterio costituisce la superstite testimonianza di questa antica facoltà plebanale (ed è probabile, anche se ciò costituisce solo un affascinante ipotesi, che il battistero non fosse nato come tale ma adattato da un reperto artistico molto più antico, vista anche l’ assenza di simboli della liturgia cristiana), e ad accrescerne l’importanza si segnala che esso è praticamente l’unica supellettile superstite dell’antica pieve atterrata nell’anno 1638, insieme ai registri dei battezzati. . |
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Fonte battesimale |
Questi ultimi risalgono ala 1541 e costituiscono i documenti più antichi della Diocesi, secondi solo a quelli della Chiesa metropolitana di Bologna che risalgono al 1459
Questo fonte battesimale, originalmente modellato per essere collocato accanto all’ingresso della chiesa a simboleggiare che solo attraverso il battesimo si poteva continuare il cammino verso l’altare e verso il Cristo, ha un basamento alto 46 cm. e una fonte alta 49 cm. e larga 76,5 cm., con una struttura in marmo rosso di Verona costituita dal fonte vero e proprio, risalente a non oltre il XII secolo e da un basamento di forma cilindrica con una chiara esecuzione posteriore dovuta al fatto che originalmente il battistero era fissato con una camicia in muratura, e quando negli anni 50 quest’ultima fu tolta si rese necessario fare un basamento in sintonia artistica con l’antico manufatto.
Il fonte è completamente liscio e a forma di ovoide spezzato, con alla sommità un unica decorazione costituita da 4 teste, due delle quali a forma di animali (toro e leone) e nella parte frontale due teste maschili con copricapo a fascia piatta.
Il coperchio, di fattura recentissima e artigianale, fu commissionato dalla parrocchia alla Comunità di don Dossetti ed è stato realizzato in rame lavorato a mano, con scene tratte dalla vita di Cristo e diviso in quattro spazi da una croce che reca ai vertici i simboli tradizionali dei quattro Evangelisti.