La struttura delle icone
L’icona e le leggi della Prospettiva
Se esaminiamo un icona notiamo che alcuni elementi, come i muri delle costruzioni e i massi, sembrano muoversi verso chi le osserva, gli oggetti non hanno una posizione stabile e si trovano in uno spazio che ha poca profondità.
Osservando ancora più attentamente, si nota che alcune parti del volto e del corpo sono rappresentate in modo maldestro, come se il pittore fosse incapace di rappresentare alcuni particolari secondo la loro forma naturale.
Tuttavia, con un esame più approfondito, scopriamo anche le qualità tecniche dell’icona, che ci permettono di non considerarla un arte primitiva.
Alcune forme strane, che troviamo in alcune composizioni, sono da considerare come un particolare linguaggio, che l’artista usava per esprimere la realtà.
Il pittore, inoltre, aveva il compitodi trasportare le tre dimensioni dello spazio reale sulla superficie dell’icona, costruendo un sistema di prospettiva. La prospettiva è la proiezione delle linee dello spazio e dei corpi su un piano e ciò determina la sensazione che lo spazio si stenda dietro la superficie del dipinto.
Questa tecnica ha anche un significato simbolico, in quanto occorre decifrarla per trovarne i principi e cogliere, attraverso di essi, la realtà rappresentata.
Le prospettive
Nell’iconografia esistono diverse possibilità per rappresentare lo spazio a tre dimensioni su una supeerficie piana, cioè a due dimensioni.
La prospettiva lineare
Questo tipo di prospettiva è definita anche naturale o prospettiva centrale moderna e fu introdotta dall’architetto Brunelleschi nel XV secolo.
Questa rappresentazione dello spazio è possibile solo con la conoscenza delle leggi visive, che si basano sul fenomeno per cui le rette parallele sembrano congiungersi all’infinito in un punto detto di fuga.
Per rappresentare su un piano gli oggetti nella loro posizione e dimensioni reali, occorre tener conto del rapporto fra: l’occhio dello spettatore, il punto di fuga e il piano figurativo.
A questa teoria sono stati fatti due rimproveri: il suo soggettivismo, perchè costruisce un mondo partendo da un punto solo, ed anche il suo razionalismo, in quanto la prospettiva lineare impone all’icona una struttura che togli libertà d immaginazione.
L uso della prospettiva dà, a chi osserva l’icona, la sensazione di trovarsi al suo interno, di penetrare nell’immagine.
La prospettiva percettiva
La prospettiva lineare non poteva dare l’immagine dello spazio, perchè si basa sul principio della visione di un occhio unico e immobile.
La prospettiva percettiva ottiene una visione naturale, grazie all’utilizzo di un primo e secondo piano, quest’ultimo situato su una linea immaginaria parallela a quella del primo.
La prospettiva assonometrica
Questa tecnica rappresenta l’oggetto senza le deformazioni della prospettiva lineare, cioè le linee rimangono parallele nonostante l’illusione dello spazio data dal punto di fuga.
La prospettiva inversa
Si tratta di una prospettiva che inverte le strutture della prospettiva lineare: il punto di fuga, infatti, si trova situato non davanti al quadro, ma dietro di esso.
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