Arte e RestauroLe Antiche Chiavi

Le Antiche chiavi

Fonte: Testi e immagini nella forma integrale sono pubblicati sul libro “Le antiche chiavi, tecnica, arte e simbologia” di Roberto Borali, Burgo editore 1993.

Le chiavi, tranne alcune che hanno solo una funzione simbolica, per esempio quelle da ciambellano o quelle della città, sono da considerarsi oggetti d’uso, ossia attrezzi per chiudere e aprire. Il materiale usato per la loro costruzione è solitamente il ferro; ne sono state costruite però anche in acciaio, in bronzo, in argento, in oro, in ghisa, in alluminio, in legno, in osso, in avorio e, in alcuni rari casi, persino in cuoio.

L’evoluzione dell’aspetto esteriore delle chiavi nei secoli ha seguito nella forma e nei disegni i gusti artistici propri di un’epoca, di un popolo, di una zona.

È raro trovare oggetti che abbiano saputo accoppiare altrettanto felicemente la funzionalità con la bellezza della forma, così che la necessità pratica e lo sviluppo artistico si amalgamassero armoniosamente.

Antiche Chiavi e serramenti

Parti della chiave
1) Impugnatura, anello o testa
2) Base, capitello o ghiera
3) Asta (canna e fusto)
4) Pettine, ingegno o castello
5) Fronte
6) Intagli o pertugi

La “mappa” è il disegno formato dagli intagli sulla superficie del pettine

Per la corretta comprensione di questo testo è opportuno conoscere le tre possibili situazioni verificabili nella costruzione delle chiavi.

1) Ogni chiave antica è un pezzo unico, costruito manualmente e artigianalmente dall’abilità tecnica e dalla sensibilità artistica di un uomo. Era pertanto possibile che quell’uomo (il fabbro) forgiasse la chiave non rifacendosi necessariamente ai parametri artistici dell’epoca o di quella zona, ma a modelli e stili di epoche precedenti, o secondo un proprio gusto personale.

2) Le chiavi erano attrezzi di uso generale e corrente, utilizzati da tutti, anche dalle persone meno abbienti. È perciò normale che fossero più numerose le volte in cui venivano forgiate in maniera semplice che non in maniera artistica, sia per contenerne il prezzo, sia per evitare che risultassero troppo raffinate rispetto alla loro funzionalità.

3) La tecnica e gli attrezzi usati per la forgiatura del ferro furono sostanzialmente simili dagli inizi della nostra epoca fino all’ XI secolo, dal XII fino al XVI e dal XVII in poi. Così se, per esempio, un fabbro del XVI secolo avesse forgiato una chiave con le caratteristiche del periodo gotico, oggi, anche gli esperti, scambierebbero quella chiave per gotica. Allo stesso modo certe chiavi costruite agli inizi de XIX secolo con i parametri di quelle barocche, verrebbero scambiate per chiavi barocche.

Antiche Chiavi e serramenti

Chiave da portoncino. Alto Adige , XVII secolo. Sono ben visibili le parti che la compongono; impugnatura, base, canna e pettine. Lunghezza cm 15.

Da queste tre considerazioni si può comprendere che non sempre è così facile identificare esattamente l’epoca e la zona di costruzione delle chiavi; tanto che non deve meravigliare se, a proposito di illustrazioni di chiavi simili, si possano riscontrare epoche e luoghi di provenienza diversi, in quanto solo attraverso il riscontro di piccoli, a volte insignificanti, particolari si è in grado di risalire esattamente all’epoca e al luogo di costruzione della chiave.


Chiave da mobile. Veneto, XVI secolo. Impugnatura con anellino di sospensione. La composizione della chiave in metallo è rimasta sostanzialmente la stessa dall’epoca romana ai nostri giorni: anello (impugnatura), asta (canna o fusto) e pettine.

Impugnatura e base




 
L’impugnatura, anello o testa, è la parte della chiave che permette la presa per poterla manovrare. È quasi sempre la parte più ornamentale e coreografica dell’intera composizione della chiave, quella nella quale il fabbro, solitamente, ha potuto esprimere, più che nelle altre, la propria sensibilità artistica. Lo stile dei tempi influì molto sulla forma dell’impugnatura: per questo è l’elemento più significativo per l’identificazione dell’epoca e dell’area di costruzione della chiave. L’impugnatura è normalmente raccordata all’asta in un punto denominato base.

 
Antiche Chiavi e serramenti

Impugnature. Per gli artisti del ferro battuto non c’erano limiti.L’ignoto artista si rivela perfettamente padrone del suo mestiere forgiando il ferro di queste due impugnature come se fosse un nastro di stoffa da arricciare o da infiocchettare. Diametro circa 4 cm.


La base a seconda del gusto e delle mode fu forgiata in maniera diversa: bigna con o senza sfaccettature; capitello di forme e disegni diversi; con tacche di riferimento per indicare la corretta posizione per l’introduzione della chiave nella toppa. Essendo la base il punto più vicino all’impugnatura (presa fissa) e il più lontano dal pettine (punto di rotazione), doveva sopportare forti sollecitazioni di torsione per vincere la resistenza della molla di bloccaggio e spingere avanti o indietro il chiavistello. Per questo motivo il fabbro, soprattutto nella costruzione delle chiavi femmine, dedicava particolare cura e attenzione alla forgiatura di questa parte delicata irrobustendola il più possibile. Un esempio molto evidente lo si riscontra nella costruzione di tutte le chiavi femmine forgiate e assemblate nelle quali la base è irrobustita con una fascetta (ghiera) che serve per il fissaggio, oltre che per il rinforzo, dell’impugnatura della canna.

Impugnature e basi di epoche, tipologie e luoghi di costruzione diversi

Lo stile dei tempi influì molto sulle loro forme; per questo sono la parte alla quale si fa più spesso riferimento per l’identificazione dell’epoca e dell’area di produzione della chiave. Diametro medio circa 4 cm.

L’impugnatura e la base sono le parti più interessanti dell’intera composizione artistica della chiave: una chiara dimostrazione è quella di alcune chiavi romane fuse in bronzo a cerca persa;quelle meravigliosamente scolpite delle fantasiose chiavi rinascimentali; o quelle traforate e scolpite con incredibile ingegnosità delle chiavi capo d’opera a lanterna.

Asta (canna e fusto)

L’asta è la parte della chiave che permette d’introdurre la stessa nella serratura. La sua forma è solitamente liscia tranne nelle chiavi molto importanti, nelle quali è arricchita con sfaccettature, torsioni, incisioni, trafori e ageminature.

A seconda che sia cava o piena prende rispettivamente la denominazione di canna, e la relativa chiave chiave femmina, o fusto e la relativa chiave chiave maschia.

Antiche Chiavi e serramenti

Canna di sezione a “cuore”. Chiave da cassaforte, Italia settentrionale, area nord-ovest, secolo XVIII.

La forgiatura di ogni componente della chiave non fu mai lasciata al caso e la sua realizzazione fu sempre motivo di precisa volontà tecnica o artistica da parte dell’esecutore. Per esempio l’idea della canna, ossia dell’introduzione della chiave femmina, è stata indubbiamente un grande passo avanti nella costruzione dei meccanismi per rendere una serratura più sicura di un’altra e aggiungere quindi ulteriori difficoltà agli eventuali malintenzionati.Le chiavi di questo tipo, infatti per poter essere introdotte nella serratura dovevano infilarsi in un perno di riscontro, fissato alla piastra della serratura stessa, del diametro di poco inferiore a quello della canna.Se poi, come accadeva spesso, la forma del foro della canna anzichè essere rotonda era lobata, polilobata, romboidale, triangolare o altro, le difficoltà si complicavano notevolmente.

Antiche Chiavi e serramenti


Sezioni delle canne più comuni:
1) esterna tonda, interna quadrilobata
2) esterna tonda, interna romboidale
3) quadrata
4) romboidale
5) a cuore
6) triangolare
7) polilobata
8) esterna polilobata, interna con tre fori
9) ottagonale
10) esterna tonda, interna a cuore
11) polilobata
12) a trifoglio
13) esterna tonda, interna crociata
14) pentagonale con lati concavi
 
Antiche Chiavi e serramenti

Fusto di sezione triangolare. Chiave da cassaforte, Italia settentrionale, area nord-ovest, fine XVII secolo.

Il perno di riscontro, nel quale la canna veniva infilata, doveva essere girevole, di forma cilindrica cava, con all’interno un perno pieno della stessa sezione del foro della canna. La forma della sezione delle canne è sempre circolare fino al XVI secolo circa e solo successivamente viene forgiata in maniera diversa.

I fusti più artisticamente elaborati furono quelli delle chiavi inglesi; le canne più complesse furono invece quelle delle chiavi barocche e rococò.

 

Pettine

Il pettine, ingegno o castello, è la parte della chiave che, inserita nella serratura, spinge avanti o indietro il chiavistello. Dal punto di vista tecnico e pratico relativo alla funzionalità della chiave è senz’altro il componente più importante. I maestri artigiani del ferro battuto consideravano l’impugnatura, oltre che come presa, come parte ornamentale della chiave e il pettine, quasi sempre solo come appendice tecnica necessaria a muovere il chiavistello. Il diverso modo di intendere questi due componenti portò i fabbri a dimostrare il loro gusto e la loro sensibilità artistica nella lavorazione dell’anello e la loro capacità e ingegnosità tecnica nella costruzione del pettine.

Antiche Chiavi e serramenti

Sezioni dei pettini più comuni.
1 in uso fino al XV secolo,
2,3,4 dal XVI secolo, dal 5 nei secoli successivi

Non mancarono naturalmente le eccezioni nelle quali la raffinata tecnica dei fabbri seppe trasformare anche il pettine in motivo ornamentale con piena validità di espressione artistica. I tagli a linee rette verticali, orizzontali o inclinate, di forma lobata o polilobata effettuati nel pettine si indicano con il nome di intagli o pertugi; il disegno che questi formano sul pettine prende il nome di mappa.

Antiche Chiavi e serramenti


Proiezioni assonometriche di alcuni pettini più comuni.

Solo dopo aver costruito il pettine venivano forgiati i relativi riscontri sulla serratura. È soprattutto la forma, sia sul piano longitudinale che verticale del pettine e il disegno della mappa a rendere più sicura una serratura rispetto a un’altra.

 
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Pettine a “cartella” per chiavi di serrature con chiavistello a caduta. Chiave a scorrimento in bronzo fusa a “cera persa”. Italia, II-IV secolo d.C.
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Pettine chiuso per chiavi di serrature con chiavistello a scatto. Dimensioni 1.5 x 3.5 cm.

La sezione del pettine si presenta in forme diverse dalle più semplici a sezione rettangolare piatta o a piramide conica piatta, a quelle più complesse a forma di numeri, di lettere e talvolta di nomi interi. I pettini più ingegnosi e complicati sono quelli delle chiavi di cassaforti a partire dalla fine del XVII secolo.

Chiavi da porta.

Antiche Chiavi e serramenti

Piemonte, XIII secolo. Manufatto dalle forme di transizione tra il Romanico e il Gotico. L’impugnatura tonda, piatta, triforata (i tre fori stanno a indicare, in un’epoca di grande religiosità, il simbolo della Trinità); manca la base; fusto di sezione circolare; pettine rettangolare di sezione rettangolare con intagli diritti. Lunghezza centimetri 16.

Lombardia secolo XVI. Impugnatura con fregi in rilievo; base con sfaccettature ottagonali; canna a rocchetto; pettine rettangolare di sezione rettangolare con intagli a croce. Lunghezza centimetri 11.

Lombardia, val Taleggio (Bg), secolo XIX. Impugnatura rettangolare; manca la base; canna con decorazione centrale; pettine a “S” con intagli verticali contrapposti. Lunghezza centimetri 13.5.

Antiche Chiavi e serramenti

Pettini di epoche, tipologie e luoghi di costruzione diversi.Assieme all’impugnatura, sono la parte della chiave a cui si fa normalmente riferimento per la designazione dell’epoca e dell’area di produzione delle chiavi. Dimensioni del più grande 3 x 2.5 centimetri; del più piccolo 1.6 x 1.6 centimetri.

La forma dei pettini fino al XV secolo, fatta eccezione di quelli delle chiavi a doppia spinta dell’epoca romana, è rettangolare di sezione rettangolare. I pettini comuni spingono il chiavistello avanti e indietro, invece quelli delle chiavi di serrature a sollevamento, lo sollevano verso l’alto; la ricaduta avviene per inerzia. Questo particolare tipo di pettine viene denominato pettine a cartella.

Un altro tipo di pettine è quello di alcune chiavi per serrature con chiavistello a scatto chiuso perimetralmente con la mappa traforata all’interno.

Assieme all’impugnatura il pettine è la parte a cui, normalmente, si fa riferimento per la designazione dell’epoca e del luogo di fabbricazione della chiave.

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