Consulenze per il Pianoforte

Pianoforte Mola

a cura di Stefano Rogledi

Domanda

Egregio Maestro,
sono l’acquirente del pianoforte Mola di cui l’amico  Nicola Le chiese una consulenza ancora presente sul sito che molto generosamente Lei ed i suoi amici ha deciso di offrire agli appassionati.
In realtà colui che Le scrive più che un neofita, è praticamente un ignorante in materia musicale, pur apprezzando molto l’ascolto di quasi tutti i riproduttori sonori e le composizioni che li vedono protagonisti.
Al fine di non riservare ai miei due bambini la stessa sorte di incolti in campo musicale ho deciso di proporre loro la venuta in casa di un nuovo gioco, che se vorranno potrà diventare uno strumento da amare. Per questo comprenderà bene che ho optato per un investimento non eccessivo, dal momento che non posso prevedere l’entità delle inclinazioni dei miei figlioli. Grazie ai Vostri preziosi consigli ho operato una messa in sesto dello strumento, che in realtà si è limitata a poco più che una buona sanificazione al fine di evitarne un repentino ulteriore decadimento della parte lignea. Ora vorrei procedere nel far eseguire un accordatura dello strumento  affinché i bambini possano confrontarsi con uno strumento che correttamente stuzzichi il loro udito ed eventualmente attrarli a se.
Purtroppo come le dicevo le mie conoscenze musicali sono praticamente  inesistenti, per cui Le chiederei di indicarmi il nome di un valido 
professionista cui rivolgermi per eseguire tale operazione, avendo cura di indicarmi una cifra orientativa che tale operazione potrà  richiedere. Non oso chiedere a Lei in primis un tale intervento per  ovvi motivi, ma Le confido che se decidesse di passare dalle mie parti,
sarei molto lieto di averLa mio ospite. Nel ringraziarLa per l’attenzione che mi vorrà dedicare e complimentandomi per l’ottimo lavoro
d informazione, la saluto con stima.
Salvatore
Volla (NAPOLI)

Risposta

Gentilissimo Sig Salvatore,
la ringrazio per gli apprezzamenti da lei espressi.
Cercare di offrire chiarezza e informazioni su un tema che in Italia è sempre stato di grande interesse (spesso purtroppo tenuto avvolto da un alone di “mistero” da parte di noi addetti ai lavori) credo sia cosa giusta.
Personalmente cerco sempre il dialogo con i miei clienti, tentando di avvicinarmi il più possibile al loro modo di pensare e di vedere lo strumento pianoforte. Penso che il pianista (ma anche l’appassionato e l’amatore) debba approfondire gli aspetti tecnici e le problematiche legate al suo strumento; da ciò deriverebbero richieste molto più precise e pertinenti rivolte ad assecondare le aspettative tecnico-musicali. Infine, sarebbe dovere di ogni tecnico accordatore effettuare la più precisa messa a punto del pianoforte, che ricordo, è macchina di estrema complessità meccanica-acustica-fisica.
Mi complimento senz altro con la scelta di donare ai suoi figli uno strumento vero a cui affidare i primi passi musicali. In questo senso, l’importanza culturale ed educativa di un pianoforte “acustico” è insostituibile; è chiaro il mio riferimento ai cosiddetti “pianoforti digitali”, altro scempio dei nostri tempi moderni.
E statisticamente provato del resto che, a qualunque età, la conoscenza e la pratica su uno strumento vero, che “vibra naturalmente”, fa considerare i “digitali” veri e propri giocattoli tecnologici privi di alcuna utilità musicale, artistica e didattica.
Questa mia posizione netta è avallata da trecento anni di ricerca di altissimo livello, fatta nel tentativo di capire al meglio e perfezionare lo strumento. Basta pensare a quante sono le discipline in gioco; fisica, cinetica, meccanica, geometria, acustica… buon gusto e sensibilità musicale… tutte interdipendenti fra loro.
Il tecnico coscienzioso è tenuto ad affrontare tutto ciò con spirito di abnegazione, metodicità e creatività professionale; solo  in questo modo i risultati porteranno ad elevare la conoscenza e la ricerca musicale di pianisti e ascoltatori.
Dopo questa “uscita di strada”, ritornando al suo caso, farei accordare lo strumento alla frequenza in cui si trova odiernamente; è possibile  che non essendo stato utilizzato e/o accordato da tempo sia più basso dei canonici 440 Herz. Per i primi passi didattici può non essere (entro ragionevoli limiti) elemento fondamentale. Si evita in questo modo la possibile rottura di qualche corda durante il processo di accordatura, tenendo presente che presumibilmente, data l’età dello strumento, presenterà senz altro corde ossidate, forse “abituate” e assestate su una tensione minore e quindi maggiormente esposte al rischio di rottura. Una regolazione meccanica essenziale dovrebbe essere ovviamente effettuata: livellatura tasti e controllo affondo dei tasti, scappamento, paramartelli, assialità dei martelli e controllo smorzatori. La cifra dovrebbe aggirarsi intorno a 80/100 euro.
Uno strumento accuratamente accordato e funzionale nella meccanica garantisce un approccio didatticamente gradevole.
 
Cordiali saluti,

Stefano Rogledi

 

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