Pianoforte Steinway & Sons
a cura di Stefano Rogledi
Domanda
Buon giorno. Per caso sono capitato nell’interessante sito Internet sul quale Lei fornisce consulenza.
Mi piacerebbe avere un Suo parere sullo Steinway B211 (e sul suo valore) da me acquistato l’anno scorso. Le specifico che cinque anni fa è stata rifatta l’incavigliatura e, subito prima dell’acquisto da parte mia, ho fatto rasare i martelli (tutti originali) ed equilibrare la tastiera. La cassa è perfetta, il mobile in palissandro, il suono assolutamente meraviglioso e vivo dai bassi più profondi agli acuti più cristallini.
Grazie infinite. Spero vorrà fornirmi un Suo parere.
Naturalmente Le allego delle fotografie.
Con moltissimi ringraziamenti ed i migliori saluti.
Andrea
Risposta
Gentilissimo Sig. Andrea,
lei possiede un meraviglioso strumento, senza mezzi termini.
Di questa firma si potrebbe scrivere un intera enciclopedia, per chi come me (come noi) ama nel profondo il pianoforte, la sua storia e la sua evoluzione tecnica.
Sappiamo come Steinway & Sons abbia dato una svolta decisiva riguardo alla tecnica costruttiva ed estetica sonora del pianoforte.
Il modello B è certamente uno strumento riuscitissimo ed equilibrato oltre modo. I modelli fine 800 come questo poi, suonano soltanto sfiorandoli… br> Mi sarebbero piaciute immagini ravvicinate delle caviglie. Mi auguro vivamente che siano state sostituite le originali con caviglie di colore brunito. Spesso infatti su questi modelli remoti, si vedono montate (da parte di tecnici evidentemente non attenti al dettaglio) caviglie cromate, che non c entrano nulla con lo stile e l’estetica di questi modelli ottocenteschi. Un vero pugno nell’occhio.
Peccato per quelle sbreccature sulla parte anteriore.
Complimenti dunque per il suo strumento, forse il meglio (a mio modesto giudizio) che un pianista possa desiderare.
Cordiali saluti.