Il MobileLe Fasi del Restauro

Riparare l’ impiallacciatura

In questo articolo vediamo cos’è l’impiallacciatura e come riparare i danni causati dall’usura e dal tempo.

Lastronatura, impiallacciatura e massello

I mobili antichi venivano costruiti normalmente utilizzando essenze lignee più economiche quali abete, pino o pioppo poi venivano rivestiti con sottili fogli di essenza più pregiata quali ad esempio noce, mogano con relative radiche .

Inizialmente questi fogli avevano uno spessore di qualche millimetro che col passare dei secoli si è ridotto a decimi di millimetro. Quando lo spessore supera circa un paio di millimetri viene chiamato lastronatura, quando è più sottile si chiama impiallacciatura. Da qui si parla di mobili impiallacciati o lastronati che si contrappongono ai mobili in massello costruiti con un’unica essenza.

Nei mobili costruiti fino alla fine dell’Ottocento o inizio Novecento il rivestimento veniva incollato con colla garavella. Dalla metà del Novecento si sono iniziate a usare colle viniliche.

La scelta di impiallacciare o lastronare un mobile, non era dettata da scelte economiche ma soprattutto da scelte estetiche. Infatti questi tipi di lavorazione permettevano l’utilizzo di radiche o giochi di venature contrapposte a lisca di pesce che rendono il mobile di maggior qualità. Questi effetti estetici non sono facilmente ottenibili col massello. Pertanto un mobile impiallacciato o lastronato può essere di maggior pregio rispetto ad un mobile in massello.

Restauro dell’impiallacciatura distaccata

Uno dei danni più frequenti che si verificano all’impiallacciatura è il distacco dalla superficie sottostante. Il distacco si può verificare in prossimità del bordo del piano o del bordo di giunzione di due fogli di piallaccio. In questo caso, prima di rincollare, bisogna ripulire dalla polvere depositatasi sollevando il piallaccio con una spatolina e raschiando con una lama. Spalmare poi un velo di colla garavella sufficientemente diluita con un pennellino, schiacciare il foglio di impiallacciatura e pulire con uno straccio l’eccesso di colla.

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Il piano di un comò in stato di abbandono, con la lastronatura sollevata ed indurita
Riparazione delle bolle

Per eventuali bolle incidere il piallaccio con una taglierina facendo fuoriuscire l’aria, si passa quindi un po di colla pressando sopra col martello a penna fino a presa avvenuta.

impiallacciatura

Le bolle d’ aria dovute all’espandersi dell’impiallacciatura per l’umidità o per la colla deteriorata, si appianano praticando una incisione lungo le linee della venatura e per tutta la lunghezza della bolla con una taglierina; pulire la vecchia colla grattando con il bisturi soffiare via la polvere, iniettare della colla con un grosso ago, fare aderire l’impiallaccio e asportare la colla in eccesso e fare asciugare appoggiando sulla superficie un foglio di carta con dei pesi o dei morsetti.

Nel caso in cui l’impiallacciatura sia eccessivamente secca, tagliarla significherebbe romperla, sarà quindi necessario prendere un panno umido, stirare sopra la bolla con un ferro da stiro caldo in modo da ammorbidire l’impiallacciatura.

Nel caso in cui bisogna intervenire su bordi non in linea nel punto delle giunture, occorre staccare l’impiallacciatura sollevata intervenendo prima sulla base sottostante e poi rincollare.

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Metodo per scollare l’impiallacciatura
Sostituzione di un foglio di piallaccio

Quando si deve sostituire un foglio di piallaccio troppo rovinato bisogna togliere l’impiallacciatura residua ammorbidendo la colla sottostante con ferro da stiro e panno bagnato. Successivamente raschiare con una spatola il piano per pulirlo da residui di colla. Eventuali imperfezioni vanno eliminate con una pialla a denti che renderà anche zigrinata la superficie facendo aderire meglio la colla.

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Si è proceduto alla rimozione della lastronatura per poi incollarla. Notare lo sporco sul piano che si era accumulato sotto la lastronatura

Eseguire le stuccature con colla e polvere di carbone vegetale e non con stucco a gesso perché questo si ritira più del legno. Le lacune si dovranno colmare con tasselli della stessa essenza e nel senso della venatura.

Quando lo stucco è asciutto, si spiana con pialla a denti; si applica poi una mano di turapori , ossia colla animale molto diluita; lasciare asciugare per parecchie ore per poi passare la colla calda poco densa dove saranno posti i piallacci. Molto utile è riscaldare i piani di posa.
Il luogo per impiallacciare deve essere luminoso, privo di polvere, a temperatura compresa tra i 18 e i 20°C, altrimenti la colla si potrebbe raggrumare.

La colla priva di sostanze estranee deve essere caldissima e di giusta densità. Si spalma con pennello grosso in quantità abbondanti sul piano di  posa ed in minor quantità da ambo le parti dei piallacci per creare equilibrio tra l’umidità interna ed esterna del foglio.

Con martello a penna si esercita una pressione moderata dal centro verso l’ esterno, prima parallelamente alla vena e poi diagonalmente per fare aderire bene il foglio e far fuoriuscire la colla in eccesso e le bolle d aria.

 Se si tratta una superficie ampia la colla può raffreddarsi e diventare gelatinosa; per scioglierla  è sufficiente passare il ferro da stiro caldo dopo che si è provveduto a bagnare la superficie del piallaccio con acqua calda.

Ripristino dei frammenti mancanti
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Per le lacune dell’ impiallacciatura bisogna scegliere la qualità, la venatura e il colore del pezzo da inserire in modo che si possa combinare con la superficie da riparare.

Mascherare il più possibile il rattoppo scegliendo tagli sagomati con l’andamento delle fibre che coincidano approssimativamente con quelle esistenti sulla superficie da sistemare.

È importante tener presente che l’impiallacciatura da sostituire dovrebbe essere leggermente più spessa di quella originale. Nel caso non si avesse a disposizione si possono incolare due pezzi di piallaccio sovrapposti per ottenere lo spessore voluto. Non deve avere forma quadrata o rettangolare, altrimenti la riparazione si noterebbe troppo.

Pulire bene la superficie del mobile, ricalcare su carta gommata la sagoma del pezzo da rifare e riportarlo sulla nuova impiallacciatura da incollare, oppure tagliare insieme la foglia nuova sulla parte danneggiata del mobile per avere così due pezzi di identiche dimensioni. Incollare il nuovo tassello così ottenuto.

Metodi per tenere pressato il piallaccio

Sulle superfici curve si mettono sacchetti di sabbia calda come pesi fino alla completa asciugatura della colla, oppure si possono adoperare delle contro forme e morsettare il tutto.

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Si nota che, a destra del piano, la lastronatura, dopo lincollaggio, è stata pressata con pezzi di compensato inchiodato con interposta carta di giornale

Altro metodo per tenere pressato il piallaccio è quello di usare pezzi di compensato inchiodati con gruppini ripiegati. Occorre, in questo caso, interporre un foglio di giornale per evitare l’incollaggio del compensato.

Fessurazioni su mobili impiallacciati

Il restringimento del legno, dovuto al riscaldamento del posto in cui è collocato il mobile, oppure le dilatazioni dovute ad un ambiente umido, possono causare nel mobile impiallacciato vari danni.

I cambiamenti dimensionali della struttura interna possono provocare fessurazioni, bordi non in linea nel punto delle unioni. A causa di questo le impiallacciature possono alzarsi o addirittura staccarsi, formare bolle d aria, ecc.

Per quanto riguarda le fessurazioni su mobili impiallacciati, si interviene come sui mobili massello inserendo opportuni listelli per chiuderle..

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