Rivoluzione Francese – Direttorio – Storia del Mobile
Fonte: Associazione Senzatempo. Prof. Paolo Cesari
Rivoluzione Francese (dal 1789 al 1791) e Stile Direttorio ( dal 1795 al 1804 )
Sebbene sia improprio parlare di Stile Rivoluzionario applicato alla storia della mobilia, sono a noi per giunti taluni esemplari che testimoniano come gli emblemi della Rivoluzione abbiano trovato funzione decorativa anche in arredi di foggia neoclassica. Si tratta di cappelli frigi, sanculotte, bandiere tricolori, immagini della dea Ragione e della Libertà o fasci di faretre da cui fuoriescono picche minacciose, o emblemi massonici, cari alla borghesia che all’inno liberale aveva immolato l’Ancien Regime. Il dramma dei nuovi tempi portò à un crollo della produzione di lusso e se ai novi padroni del Direttorio occorreva mobilia di pregio, alle pubbliche aste era possibile comprare a cifre insignificanti quanto di meglio era appartenuto alla monarchia decaduta. In questi anni, Russi e Inglesi arredarono immensi castelli con merce frettolosamente posta all’incanto in Francia.
Stile Direttorio (dal 1795 al 1804)
Con il termine Direttorio si designa quel periodo storico e stilistico che in Francia comprende il Direttorio, la Convenzione e il Consolato.
In questo breve lasso temporale si assiste nella mobilia ad un accentuarsi delle premesse archeologiche in termini di maggior rigore archeologico e nel contempo si formula un accentuata severità lineare che di fatto prelude e anticipa forme e ornamentazioni che saranno poi tipiche dello stile Impero.
Nella mobilia si assiste tuttavia a fenomeni di generale scadimento qualitativo, gli arredi del tempo della passata monarchia avevano peraltro raggiunto un impareggiabile perfezione tecnico-esecutiva, e certo non contribuì lo scioglimento delle antiche corporazioni. Tuttavia, ebanisti come Jacob, Weisweiler e Beneman (già fornitori della Corona) contribuirono non poco a quella sostanziale continuità di gusto che si percepisce tra la mobilia dell’Ancien Régime e la Rivoluzione.
L arredo di epoca Direttorio abbandona le delicate cromie pastello che caratterizzano la produzione Luigi XVI in favore della cupa magnificenza del mogano, che nella sua vasta gamma di essenze risulterà il legno di gran lunga più apprezzato in questo periodo. A questo si aggiunga un generale abbandono delle tendenze a intarsio floreale a cui si preferiscono semplici filettature a legno tinto a ebano o in amaranto, gran moda conosce l’inserimento di lieve profilature lineari in ottone.
Le novità si innestano su una tendenza che di norma trova tipologie già diffuse in epoca neoclassica, e in taluni casi non mancano significative innovazioni: le sedie, sovente tinteggiate a colori chiari e motivi archeologici, si distinguono per il tipico schienale tappezzato o rifinito a traforo che si arrotola en crosse e ad S, le gambe posteriori sono di gran moda se incurvate a sciabola , si diffonde la tipologia a schienale avvolgente, detto a gondola. Per gli studi e le biblioteche si diffondono modelli caratterizzati dall’alto schienale concavo, detto en hémicycle , con struttura di norma massiccia e con sedile rivestito in cuoio. Continua l’uso della popolare bergères e compare una grande poltrona a due, detta causeuse. Le commodes presentano rispetto al passato meno varianti formali e in genere si classificano in due categorie: con cassetti a vista o celati da ante. L uso del secrétaires à abattant trova vasta diffusione e del tutto nuova è la tipologia della toilette, ora simile a una console sulla quale poggia uno specchio basculante entro piastrini imperniati. Certamente la novità di maggior fantasia di questo periodo è la leggiadra psiche, costituita da un grande specchio ovaliforme o rettangolare, montato entro alti sostegni lignei e generalmente retto da bambine sciabolate.
E questa l’epoca dove conosce grande diffusione il tavolo da pranzo, ovale o rotondo, mentre la scrivania continua a mantenere la foggia dei modelli à bureau plats già nota in epoca precedente. Altro mobile di gran moda è l’athénienne, una sorta di alto bruciaprofumo dalla forma a tripode che tuttavia segna la sua comparsa fin dal 1763, quando comparve per la prima volta illustrato in un dipinto di Vien.
In questo periodo non si segnalano particolari novità tecnico-costruttive, le tecnologie rimangono quelle già in uso fin dall’inizio della metà del Settecento.