Solvent Gels
Preparazione
La preparazione è semplice, alla portata del comune restauratore, e non richiede eccessivo bagaglio di conoscenze chimiche. A parte i reagenti specifici, non necessita di attrezzatura sofisticata: comune vetreria da laboratorio, cilindri e pipette graduate, cartina indicatrice per il pH. Utile, ma non indispensabile, un agitatore magnetico riscaldante e un miscelatore elettrico con alimentazione a batteria.
Indipendentemente dai solventi utilizzati, la preparazione segue sempre quest’ordine: per prima cosa si uniscono l’addensante Carbopol (1 2 g) e il tensioattivo alcalino Ethomeen (10 20 ml), mescolando bene fino ad ottenere un impasto omogeneo, avendo cura di rompere con una spatola eventuali grumi formatisi.
L agitatore magnetico può semplificare l’operazione di mescolamento. Poi si aggiungono i solventi organici (100 200 ml) continuando il mescolamento. Da ultimo, l’aggiunta di acqua (5 10 ml) causa l’addensamento della soluzione. Per quest’ultima operazione è molto utile la vigorosa agitazione prodotta da un miscelatore elettrico del tipo mostrato. Si ribadisce che, vista la possibile presenza di solventi altamente infiammabili, è assolutamente sconsigliato l’uso di un miscelatore alimentato da corrente di rete.
Sono disponibili vari tipi di Carbopol, diversi tra loro per dimensione molecolare e quindi, dal punto di vista applicativo, per la viscosità che impartiscono alle soluzioni: precisamente, in ordine di viscosità crescente abbiamo i tipi 941, 934 e 940.`
A questi livelli, comunque elevatissimi, di viscosità la differenza tra un tipo e l’altro si può ritenere trascurabile: i vari tipi possono dunque essere considerati equivalenti. Dal punto di vista della reperibilità può essere più semplice ricorrere al tipo Ultrez 10, commercializzato in quantità inferiori rispetto agli altri.` Quest’ultimo tipo, più facilmente idratabile, è più conveniente in quanto utile anche per la preparazione di semplici gel acquosi acidi o basici ad alta viscosità. In alternativa al Carbopol, si può acquistare il prodotto chimico Acido Poliacrilico.
Per quanto riguarda l’Ethomeen, invece, i tre tipi più spesso citati nella letteratura sono il C12, il C15 e il C25, diversi tra loro per solubilità.” Se consideriamo i loro valori di Numero HLB (un parametro numerico caratteristico dei tensioattivi che specifica la idrosolubilità, quando HLB > 10, o liposolubilità, quando HLB < 10) abbiamo, rispettivamente: HLB 10 per il primo, HLB 13.9 per il secondo e HLB 19 per il terzo. Il carattere idro
filo, dunque, aumenta dal primo (che è praticamente liposolubile) al terzo (idrosolubile). In pratica si utilizzano solo il primo e il terzo per preparare Solvent Gels nel modo seguente: Ethomeen C12 con solventi apolari (Idrocarburi Alifatici come Essenza di Petrolio o di Tremcntina, o Aromatici come il Toluene) ed Ethomeen C25 con solventi più polari (Alcoli, Chetoni come l’Acetone, Esteri come l’Etilacetato). Il C25, in particolare, è quello più ampiamente utilizzato, vista la maggior utilità pratica di preparazioni contenenti solventi polari.
Sono poi state proposte formulazioni più semplici, nelle quali per neutralizzare il Carbopol si usano semplici basi come l’Idrossido di Ammonio, l’Idrossido di Sodio o la Trietanolammina. Queste basi però non hanno anche capacità tensioattiva (solo la Trietanolammina, in quanto Amminoalcool ne ha, ma molto debole). Di conseguenza queste preparazioni non sono da considerare dei veri Solvent Gels, ma piuttosto delle semplici soluzioni ad alta viscosità addensate con Carbopol.
Utilizzo
I Solvent Gels sono applicati alla superficie da trattare e lasciati agire indisturbati, oppure lavorati con un tamponcino di cotone o con un pennello, a seconda del caso particolare (irregolarità superficiali, rilievi di colore). Il tempo di applicazione è in generale breve, da trenta quaranta secondi a pochi minuti: difficile, comunque, dare delle regole generali, in quanto la composizione del gel specifico, il tipo di materiale e lo spessore dello strato influenzano l’azione, che dovrà dunque essere verificata caso per caso. Il modo migliore, almeno all’inizio, è sempre quello di saggiare continuamente la zona coperta dal gel con un tamponcino asciutto di
cotone, per verificare il livello d azione. Chiaramente l’applicazione deve riguardare una zona circoscritta della superficie, per evitare tempi molto diversi da una zona all’altra entro un area troppo grande.
Quando l’azione è ritenuta sufficiente il gel viene rimosso con un tamponcino asciutto di cotone. La zona trattata è poi lavata a tampone con una miscela di solventi: Wolbers stesso suggerisce Alcool Isopropilico ed Essenza di Petrolio 1:1 oppure Acetone ed Essenza di Petrolio 1:1. Da ultimo si effettuano lavaggi con sola Essenza di Petrolio.
Questa procedura di lavaggio è fondamentale e merita alcune considerazioni. Perché la rimozione del gel sia veramente efficace, i solventi utilizzati per il lavaggio devono effettivamente sciogliere il gel: in altre parole devono avere polarità simile a quella dei solventi utilizzati nel gel stesso, senza però avere azione diretta di solubilizzazione nei confronti della vernice (o, più in generale, del materiale filmogeno) su cui è applicato il Solvent Gel, così da non continuarne l’azione di pulitura. È pertanto raccomandabile mettere a punto una miscela adatta al caso specifico, prima di iniziare il trattamento di pulitura con il gel. Si può partire dalla miscela Alcool Isopropilico ed Essenza di Petrolio 1:1, più polare (fd64), verificandone l’azione su una piccola zona della vernice: se si ha effetto solvente si proverà l’altra miscela, Acetone ed Essenza di Petrolio 1:1, meno polare (fd 68.5). Se l’effetto solvente continua, si diminuirà la percentuale di Acetone, fino a trovare una composizione adatta che non abbia diretta azione solubilizzante della vernice. Ad esempio, con una miscela di Acetone ed Essenza di Petrolio 1:9 si può scendere fino ad un valore di polarità pari a f. 85.7.