Splendore e vetustà delle maschere di stoffa
Il libro è corredato di disegni dell’autore (eseguiti con la tecnica a pettine), fedeli alle iconografie originali. Il corredo grafico è un indispensabile corollario degli argomenti presi in esame.
A cura di Ezio Flammia
Tra mito e teatro – materia e tecnica. Prefazione e postfazione di Luciano Mariti
L’arte della scultura con la stoffa, nonostante la sua origine risalga a più di duemila anni fa, è pressoché sconosciuta, come pure è ignota la tecnica esecutiva con il lino con cui si realizzavano le maschere teatrali.
Delle maschere antiche, comprese quelle della Commedia dell’Arte, si hanno notizie del loro sviluppo storico e morfologico, degli aspetti estetici e iconologici, tranne il modo di realizzarle. La penuria d’informazioni sui rudimenti tecnici, riguarda soprattutto il periodo classico e non una maschera originale ci è pervenuta.
Gli stessi scrittori e storici del passato non hanno fornito notizie su tali argomenti. Le uniche notizie certe riguardano quindici esemplari, trovati a Pompei, che sono modelli di gesso da cui si ottenevano le maschere sceniche romane di tela.
Solo delle ipotesi fondate sulle metodologie praticate dai costruttori di maschere teatrali consentono d’intuire i procedimenti esecutivi che si praticavano nell’antica Grecia e nelle epoche successive. Anche lo studio delle tecniche molto antiche (cartonnage) e delle materie utilizzate per eseguire manufatti artistici affini alle maschere, favoriscono d’individuare le metodologie di quelle eseguite con la stoffa.
Ezio Flammia, scultore-scenografo, maestro costruttore di maschere, autore dell’unica “Storia dell’arte della cartapesta” finora pubblicata con l’introduzione di Claudio Strinati, attraverso indagini antropologiche, filologiche, morfologiche e tecniche, argomenta la storia della maschera teatrale di stoffa dalle origini sino alle ultime. La complessità e l’originalità degli argomenti trattati, tramite consultazioni di testi antichi, supportati dalle sue competenze di oltre cinquant’anni anche in altri ambiti (pittura, scultura, scenografia e restauro), assicurano la serietà del lavoro. Lungo il percorso, egli non tralascia alcun assunto connesso a questo genere di manufatto: religioso, magico, rituale, ludico, teatrale, organolettico e tecnico. Quest’ultimo argomento, di assoluta novità, è tra le tesi del libro. La tecnica antica scoperta e sperimentata per realizzare le maschere di stoffa egli la illustra, in modo dettagliato ed esplicativo, in un utile capitolo. Il nome della stoffa riferito a un personaggio della mitologia greca (Linus), ereditato dal Pantheon egizio, identificabile con Dioniso è illuminante per definire la specificità della maschera teatrale di lino che, più delle altre materie, comprende i valori dionisiaci.
Il libro è corredato di disegni dell’autore (eseguiti con la tecnica a pettine), fedeli alle iconografie originali. Il corredo grafico è un indispensabile corollario degli argomenti presi in esame.
Lo studio è arricchito da un’introduzione del prof. Luciano Mariti, storico del teatro, che ha redatto per l’occasione un saggio che accompagna il testo.
L’autorevole prefatore, inoltre, sostiene che, le “… ipotesi di Flammia sono molto interessanti, innovative, concretamente fondate, e potrebbero aprire nuovi studi”. Recentemente Flammia ha pubblicato”L’arte della maschera di stoffa”, un manuale in cui illustra i diversi metodi e per realizzare le maschere teatrali di stoffa.
Ezio Flammia artista e scenografo, maestro e storico dell’arte della cartapesta.
È autore di Maschere di stoffa, di ferro. Mito materia e ragione (Roma 1996); Storia dell’arte della cartapesta – La tecnica universale (Roma 2011); Fare cartapesta e scultura di stoffa (Roma 2014); Storia dell’arte della cartapesta (Prefazione di Claudio Strinati- Roma 2017); L’arte della maschera di stoffa (Prefazione di Luciano Mariti – Roma 2022) Ha condotto numerosi laboratori, in Italia e all’estero, per lo studio e la realizzazione di maschere, burattini e marionette. Ha realizzato scenografie e costumi per 22 opere teatrali, ha collaborato all’allestimento di varietà in prima serata per la TV- Rai 2. Ha diretto 2 spettacoli di teatro di figura con suoi burattini a bastone in rete metallica. Sue opere fanno parte delle collezioni di 9 musei italiani e 2 esteri.
Nel 1996 ha ricevuto: presso la Camera dei Deputati (Sala del Cenacolo), il premio internazionale alla carriera per le arti”La Plejade” e nel 1967, il1° Premio “Conseil Mondial de la Paix”- Vienna. Ha restaurato importanti opere di cartapesta per il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Sue mostre personali sono state promosse da Istituti di Cultura ed Enti pubblici, in Italia e all’estero.
Luciano Mariti, professore ordinario di Discipline dello Spettacolo, è stato Direttore del Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo dell’Università di Roma La Sapienza. Tra le pubblicazioni: Commedia Ridicolosa. Comici di professione, dilettanti, editoria teatrale nel Seicento, 1978; Il paese di Carnevale, 1983; Don Giovanni o l’estrema avventura del teatro, 2003, insieme con Silvia Carandini; La Giudiata. La tradizione in vita di una Sacra Rappresentazione anonima del Quattrocento, 2011. Cura, insieme a Rino Caputo e Florinda Nardi,dal 2013, i volumiannualidegli atti di Culture del Teatro moderno e contemporaneo.